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Crediti fiscali, perché l’Italia fatica a riscuotere?

L'ufficio parlamentare di bilancio mette in guardia sull'inefficacia delle misure attuali e sul rischio di assuefazione ai condoni, che minano l'equità del sistema fiscale.
  • Crediti affidati superano 1.865 miliardi di euro a novembre 2024.
  • Solo il 9,5% dei crediti è stato concretamente incassato.
  • Aumento del 36,5% dei crediti rispetto al 2019.

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) ha sollevato dubbi sulla reale efficacia delle strategie implementate negli ultimi anni per diminuire l’ammontare complessivo dei crediti ancora da recuperare. Durante una sessione di ascolto presso la Commissione Finanze e tesoro del Senato, l’UPB ha evidenziato come, malgrado i molteplici interventi legislativi, l’Italia continui a detenere una delle posizioni più critiche in termini di debiti pendenti rapportati alle entrate totali, risultando seconda solamente alla Grecia nel 2022.

Inefficacia delle Misure Attuali e Rischio di Assuefazione

Valeria De Bonis, consulente dell’UPB, ha posto l’accento sul fatto che le reiterate sanatorie e cancellazioni di debiti arretrati rischiano di generare nei contribuenti l’aspettativa di futuri provvedimenti simili, impattando negativamente sull’osservanza spontanea degli obblighi tributari. Tale fenomeno, conosciuto come “assuefazione al condono”, incide negativamente sulla riscossione ordinaria e coattiva, compromettendo l’equità del sistema fiscale. L’UPB suggerisce che tali misure dovrebbero essere accompagnate da un miglioramento dell’efficienza dei meccanismi di riscossione e da incentivi all’adeguamento spontaneo.

Dimensioni e Composizione del Magazzino Crediti

Alla fine di novembre 2024, il volume dei crediti affidati al concessionario della riscossione ha superato 1.865 miliardi di euro, con un aumento del 36,5% rispetto al 2019. Ciononostante, solo il 9,5% di tale cifra (circa 178 miliardi) è stato concretamente incassato, rivelando una limitata incisività dell’azione di recupero forzoso. La maggior parte dei debiti, perlopiù di importo inferiore ai mille euro, grava in prevalenza sui singoli cittadini. Diversi fattori contribuiscono alla grandezza del magazzino, tra cui l’elevato numero di posizioni debitorie di modesta entità, le lunghe tempistiche procedurali, la mancanza di una procedura automatica di eliminazione dei crediti irrecuperabili e una gestione del sistema di riscossione non sempre ottimale.

Proposte per una Riforma Organica

L’UPB auspica una riforma strutturale per ridurre significativamente l’accumulo dei crediti. Questa revisione dovrebbe contemplare, oltre alla radiazione automatica dei crediti non esigibili già prevista dal D. Lgs. 110/2024, un rafforzamento del meccanismo di accertamento della irrecuperabilità del credito. Questo darebbe modo al soggetto preposto alla riscossione di concentrare le proprie energie sulle posizioni debitorie con maggiori possibilità di successo nel recupero. Inoltre, l’UPB raccomanda di abilitare l’Agenzia delle Entrate a sfruttare appieno il patrimonio informativo disponibile, assicurando l’interoperabilità dei database per una conoscenza più rapida delle caratteristiche dei singoli crediti e dei soggetti coinvolti.

Verso un Sistema Fiscale Più Equo e Efficiente: Una Visione Olistica

La complessità del sistema tributario italiano, con il suo ingente volume di crediti pendenti, impone una seria riflessione e un approccio globale. L’UPB mette in guardia contro la proliferazione di misure di condono, che, pur potendo offrire un momentaneo beneficio, rischiano di scalfire la fiducia dei contribuenti e di promuovere comportamenti opportunistici. La vera sfida risiede nella creazione di un sistema fiscale più giusto, efficace e trasparente, in cui il rispetto spontaneo degli obblighi tributari rappresenti la prassi e non l’eccezione.

Amici lettori, parlando di riscossione crediti, è fondamentale comprendere il concetto di prescrizione. In termini semplici, la prescrizione è un istituto giuridico che estingue un diritto (in questo caso, il diritto dello Stato a riscuotere un credito) se non viene esercitato entro un determinato periodo di tempo. Questo significa che, se lo Stato non agisce tempestivamente per recuperare un debito, il diritto a farlo potrebbe estinguersi.
Approfondendo ulteriormente, possiamo introdurre il concetto di sospensione e interruzione della prescrizione. La prescrizione può essere sospesa, ovvero il suo decorso si ferma temporaneamente per il verificarsi di determinate circostanze (ad esempio, la notifica di un atto interruttivo). Una volta cessata la causa di sospensione, il termine prescrizionale riprende a decorrere. L’interruzione, invece, cancella il periodo di prescrizione già maturato, facendo ripartire il conteggio da zero.

Riflettiamo insieme: in un sistema fiscale efficiente, la prescrizione dovrebbe essere un’eccezione, non la regola. Un’amministrazione finanziaria proattiva e ben organizzata dovrebbe essere in grado di individuare e recuperare i crediti in tempi ragionevoli, evitando che la prescrizione diventi un alibi per l’inefficienza.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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