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- La sentenza della Corte di Cassazione del 18 aprile 2024 (ordinanza 10505/2024) ha dichiarato illegittime le multe per eccesso di velocità rilevate tramite autovelox non omologati.
- La differenza tra approvazione e omologazione è cruciale: l'approvazione è preliminare, mentre l'omologazione conferma la conformità del dispositivo alle normative vigenti.
- Migliaia di verbali a Verona e Galatina sono a rischio annullamento a causa dell'uso di autovelox non omologati.
Il recente caso di un’automobilista veneto ha aperto una nuova strada nel panorama legale italiano riguardante l’uso degli autovelox. Un’impresa ascolana ha ricevuto una multa per eccesso di velocità rilevato con un autovelox lungo la Salaria nell’Arquatano, e ha deciso di presentare ricorso per l’annullamento della sanzione. Il ricorso è stato indirizzato al prefetto, contestando che l’autovelox di Trisungo non fosse omologato e quindi non utilizzabile per il controllo della velocità.
Questo è il primo caso di questo tipo nel Piceno e potrebbe aprire la strada a ulteriori ricorsi da parte di altri automobilisti multati. La questione verte sul principio dell’utilizzo improprio e non consentito di dispositivi di controllo elettronico non omologati. La sentenza della Corte di Cassazione veneta ha ribadito la necessità dell’omologazione dei dispositivi di rilevamento della velocità, contrariamente a una circolare ministeriale del 2020 che equiparava l’approvazione all’omologazione.
La differenza tra approvazione e omologazione è cruciale: l’approvazione è una fase preliminare, mentre l’omologazione è la conferma definitiva della conformità del dispositivo alle normative vigenti. La Suprema Corte ha evidenziato che gran parte degli autovelox in uso non ha mai completato la procedura di omologazione, rendendo le sanzioni generate illegittime.
Come Contestare una Multa per Autovelox non Omologato
La sentenza della Corte di Cassazione del 18 aprile 2024 (ordinanza 10505/2024) ha dichiarato illegittime le multe per eccesso di velocità rilevate tramite autovelox non omologati. La normativa vigente stabilisce che gli autovelox devono essere “approvati o omologati” dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tuttavia, la Cassazione ha mantenuto una linea rigida sulla necessità di un’effettiva omologazione.
Per contestare una multa per autovelox non omologato, è necessario rispettare i termini previsti: 30 giorni dalla notifica per il ricorso al Giudice di Pace e 60 giorni per il ricorso al Prefetto. È consigliabile presentare una domanda di accesso agli atti amministrativi presso l’ente accertatore per visionare il verbale di omologazione e, se necessario, ottenere una copia. L’amministrazione deve rispondere entro 30 giorni.
Il ricorso al Giudice di Pace richiede il pagamento di un contributo unificato di 43 euro e la presenza alle udienze. È preferibile farsi assistere da un avvocato, anche se non è obbligatorio. Insieme all’eccezione di omessa omologazione, è possibile sollevare ulteriori vizi come l’omessa taratura dell’apparecchio, che deve essere verificata annualmente.
Il Boom di Sanzioni a Verona e Galatina
A Verona, l’uso degli autovelox ha portato a un boom di sanzioni, specialmente sulla tangenziale Nord. La sentenza della Cassazione ha evidenziato come molti autovelox ingannino gli automobilisti, risultando in un aumento delle multe. Questo fenomeno ha sollevato preoccupazioni riguardo alla legittimità delle sanzioni e alla trasparenza del sistema di controllo della velocità.
Un caso simile si è verificato a Galatina, dove migliaia di verbali sono a rischio annullamento. L’autovelox installato dal Comune di Galatina sulla S.S. 101 non risulta omologato, come stabilito dalla recente pronuncia della Cassazione. Il Giudice di Pace di Lecce ha accolto il ricorso di un’automobilista sanzionato, evidenziando la distinzione tra approvazione e omologazione del prototipo.
La sentenza ha chiarito che l’omologazione è una procedura amministrativa con finalità tecniche, necessaria per garantire la perfetta funzionalità e precisione dello strumento elettronico. La mancata omologazione rende illegittime le sanzioni emesse, e migliaia di verbali potrebbero essere annullati.
Bullet Executive Summary
Il recente pronunciamento della Corte di Cassazione ha messo in luce la distinzione fondamentale tra approvazione e omologazione degli autovelox, sollevando dubbi sulla legittimità di molte sanzioni per eccesso di velocità. Questo ha portato a un aumento dei ricorsi da parte degli automobilisti, come nel caso di Arquata e Galatina, dove migliaia di verbali sono a rischio annullamento. La questione è di grande rilevanza nel panorama legale moderno, poiché mette in discussione l’affidabilità e la trasparenza del sistema di controllo della velocità su strada.
Una nozione base di legale correlata al tema principale dell’articolo è il diritto dell’automobilista di contestare una multa ritenuta illegittima, presentando ricorso entro i termini previsti dalla legge. Una nozione avanzata è la distinzione tra approvazione e omologazione degli strumenti di rilevamento della velocità, che implica una procedura amministrativa complessa e rigorosa per garantire la conformità alle normative vigenti.
In conclusione, è essenziale che gli automobilisti siano informati sui loro diritti e sulle procedure corrette per contestare le multe, e che le autorità garantiscano la trasparenza e l’affidabilità degli strumenti di controllo della velocità. Questa vicenda ci invita a riflettere sull’importanza di un sistema giuridico equo e trasparente, che tuteli i diritti dei cittadini e assicuri il rispetto delle normative vigenti.
- Sito ufficiale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per informazioni sulla omologazione degli autovelox
- Sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sezione dedicata alle omologazioni e certificati per gli strumenti di controllo della velocità
- Testo del Decreto Legislativo n. 285 del 1992 che stabilisce le norme per la sicurezza stradale, compresa la regolamentazione degli autovelox