E-Mail: [email protected]
- La CGIL ha raccolto 4 milioni di firme per quattro referendum sul lavoro.
- Le firme sono state consegnate in 1.036 scatoloni tramite tre furgoni alla Corte di Cassazione.
- Uno dei quesiti referendari mira a ripristinare l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori come modificato dalla legge n. 92 del 2012.
Il 19 luglio 2024, una delegazione della CGIL, guidata dal segretario generale Maurizio Landini, ha consegnato alla Corte di Cassazione ben 4 milioni di firme raccolte per quattro referendum sul lavoro e la sicurezza. Le firme, trasportate in 1.036 scatoloni tramite tre furgoni, rappresentano un significativo movimento popolare volto a cambiare leggi considerate sbagliate e a riaffermare la libertà nel lavoro e nella vita. Landini ha dichiarato: “Quattro milioni di firme di cittadini chiedono di votare per cambiare leggi sbagliate, affermare la libertà nel lavoro e nella vita. La libertà di non essere precari, di non essere sfruttati, di non morire sul lavoro, di avere una sanità che funziona.”
Dettagli sui quesiti referendari
I quattro quesiti referendari proposti dalla CGIL mirano a migliorare le condizioni di lavoro e di vita delle persone. Il primo quesito riguarda l’abrogazione delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi, ripristinando la normativa dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori come modificato dalla legge n. 92 del 2012. Il secondo quesito mira ad abrogare le norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese, eliminando il tetto massimo di indennizzo per licenziamento illegittimo. Il terzo quesito vuole abrogare le norme che hanno liberalizzato l’utilizzo del lavoro a termine, ripristinando l’obbligo di causale per il ricorso a contratti di lavoro a termine. Infine, il quarto quesito mira ad abrogare le norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante.
La campagna contro l’autonomia differenziata
Parallelamente alla campagna referendaria sul lavoro, la CGIL e la UIL hanno avviato una nuova campagna per abrogare la legge sull’Autonomia differenziata, nota come “legge Calderoli”. Questa legge, secondo i sindacati, divide il Paese e aumenta le disuguaglianze sociali e territoriali. La CGIL e la UIL, insieme a partiti di opposizione e associazioni della società civile, stanno raccogliendo firme per un referendum abrogativo. “I diritti, come quello al lavoro, alla salute e alla cura, all’istruzione, non possono essere oggetto di devoluzione completa alle Regioni”, ha dichiarato la UIL in una nota. La raccolta firme si svolgerà in tutta Italia, con banchetti previsti in numerose città.
Implicazioni e riflessioni
La raccolta di 4 milioni di firme per i referendum sul lavoro e la sicurezza rappresenta una forte domanda di cambiamento da parte dei cittadini italiani. La CGIL, attraverso questa iniziativa, si propone di portare a votare 25 milioni di persone per cambiare il Paese e rimettere al centro il lavoro, i diritti e la libertà delle persone. La campagna referendaria, partita il 25 aprile scorso, ha l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle persone, tutelando il diritto costituzionale al lavoro, che deve essere sicuro, dignitoso, ben retribuito e stabile.
Bullet Executive Summary
In conclusione, la consegna delle firme in Cassazione da parte della CGIL rappresenta un momento cruciale nella lotta per i diritti dei lavoratori in Italia. I quattro quesiti referendari mirano a migliorare le condizioni di lavoro e a garantire maggiore sicurezza e stabilità. Parallelamente, la campagna contro l’Autonomia differenziata evidenzia l’importanza di mantenere l’unitarietà dei diritti fondamentali su tutto il territorio nazionale. Questa iniziativa sottolinea l’importanza della partecipazione democratica e della mobilitazione popolare per il cambiamento sociale.
Nozione legale base: Il diritto al lavoro è sancito dall’articolo 4 della Costituzione italiana, che riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Nozione legale avanzata: L’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, che disciplina il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo, è stato oggetto di numerose modifiche nel corso degli anni. La legge n. 92 del 2012 ha introdotto significative modifiche, limitando il reintegro ai soli casi di licenziamento privo di giusta causa o giustificato motivo.