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Scopri come le organizzazioni umanitarie affrontano la crisi in Afghanistan

La drammatica situazione afghana richiede un'azione urgente: scopri le misure proposte da Emergency e Intersos per alleviare le sofferenze della popolazione.
  • 86% degli afghani è costretto a prendere denaro in prestito per curarsi.
  • Da gennaio ad aprile 2024, Emergency ha ricoverato oltre 200 pazienti per ferite da scheggia di mina, metà dei quali erano minori di 18 anni.
  • In Afghanistan, 23,7 milioni di persone necessitano di aiuti umanitari, con l'80% delle famiglie che vive con meno di un dollaro al giorno.
  • Solo 4.592 rifugiati afghani sono stati reinsediati nell'UE negli ultimi dodici anni.

L’Afghanistan continua a essere teatro di una delle peggiori crisi umanitarie del mondo. Dopo il ritiro delle truppe internazionali nell’agosto 2021, il Paese ha visto un drastico peggioramento delle condizioni di vita, con la popolazione che soffre gravemente a causa della mancanza di assistenza e delle sanzioni internazionali. Durante un’audizione al Comitato permanente sui diritti umani della Camera dei Deputati, presieduto da Laura Boldrini, quattro esponenti di organizzazioni della società civile hanno sollevato preoccupazioni urgenti riguardo alla situazione in Afghanistan.

Rossella Miccio di Emergency ha evidenziato che l’86% degli afghani è costretto a prendere denaro in prestito per curarsi, mentre il 70% posticipa le cure necessarie. Da gennaio ad aprile 2024, Emergency ha ricoverato oltre 200 pazienti per ferite da scheggia di mina, metà dei quali erano minori di 18 anni. In 24 anni, Emergency ha investito 180 milioni di euro per garantire il diritto alle cure senza discriminazioni, promuovendo una cultura di pace e diritti per i pazienti. Con uno staff locale di 1.700 membri, tra cui 370 donne afghane, l’organizzazione rappresenta un modello di inclusione e emancipazione per le comunità locali.

Giovanni Visone di Intersos ha sottolineato che in Afghanistan 23,7 milioni di persone necessitano di aiuti umanitari, con l’80% delle famiglie che vive con meno di un dollaro al giorno. I tassi di malnutrizione materna e infantile sono estremamente alti, rendendo imperativo un rilancio dell’azione umanitaria basata su quattro pilastri: pieno finanziamento del Piano di aiuti umanitari per il 2024, rilancio dei finanziamenti allo sviluppo e all’early recovery, ripresa dei servizi di base e accesso equo ai servizi per tutta la popolazione afghana. Visone ha anche affrontato il tema della confisca delle riserve della Banca centrale afghana (Dab) da parte degli Stati Uniti e degli alleati, con 9,5 miliardi di dollari congelati. Il graduale scongelamento di questi fondi è urgente e necessario per il benessere della popolazione, senza significare il riconoscimento del regime talebano.

La Rete 26 Febbraio e la Situazione dei Rifugiati Afghani

Il 2 luglio, il Comitato permanente sui diritti umani nel mondo ha svolto un’audizione dei rappresentanti della “Rete 26 febbraio”, un coordinamento di associazioni nato dalla tragedia di Cutro per supportare i familiari delle vittime e i sopravvissuti del naufragio. Manuelita Scigliano, presidente dell’associazione Sabir di Crotone, accompagnata da Gul Haq Jamshidi e Zahra Barati, due rifugiati afghani, ha evidenziato la drammatica situazione dei diritti umani in Afghanistan, con particolare riferimento ai rifugiati e ai richiedenti asilo.

Scigliano ha citato l’ultimo report di Emergency, sottolineando che l’Afghanistan rimane uno dei peggiori disastri umanitari del mondo. Dopo il ritiro delle truppe internazionali, la violenza non è finita e la povertà estrema è aumentata, esacerbata dalla siccità e dai disastri naturali. Secondo l’UNHCR, nel 2023 c’erano 273.955 rifugiati afghani bisognosi di reinsediamento, ma solo 4.592 sono stati reinsediati nell’UE negli ultimi dodici anni. Scigliano ha chiesto l’attivazione e il consolidamento di corridoi umanitari per i profughi afghani nei campi di accoglienza in Iran, Pakistan e Turchia, e ha invitato a non far calare il velo dell’indifferenza sulle vicende dell’Afghanistan.

Amnesty International e i Diritti Umani in Iran

Il 27 giugno 2024, Tina Marinari di Amnesty International ha partecipato a un’audizione al Senato della Repubblica, trattando temi cruciali come i diritti umani, la giustizia e la condizione dei rifugiati iraniani. Marinari ha discusso l’attivismo e le manifestazioni in Iran, evidenziando le gravi violazioni dei diritti umani sotto il regime di Khamenei. La situazione in Iran è caratterizzata da un alto tasso di incarcerazioni arbitrarie, violenze e repressioni contro i manifestanti, in particolare contro le donne.

Marinari ha sottolineato l’importanza di mantenere alta l’attenzione internazionale sulle violazioni dei diritti umani in Iran, e ha invitato le istituzioni italiane a prendere una posizione più decisa a favore dei diritti umani e della giustizia. La situazione dei rifugiati iraniani è altrettanto critica, con molti che fuggono da un regime totalitario e cercano asilo in Europa e altrove.

Bullet Executive Summary

L’audizione al Comitato permanente sui diritti umani della Camera dei Deputati ha messo in luce la drammatica situazione in Afghanistan e la necessità di un impegno internazionale più deciso per affrontare la crisi umanitaria. Le organizzazioni come Emergency e Intersos hanno evidenziato l’urgenza di rilanciare l’azione umanitaria e di scongelare i fondi della Banca centrale afghana per alleviare le sofferenze della popolazione. La Rete 26 Febbraio ha sottolineato l’importanza di attivare corridoi umanitari per i rifugiati afghani, mentre Amnesty International ha richiamato l’attenzione sulle gravi violazioni dei diritti umani in Iran.

In conclusione, è fondamentale che la comunità internazionale non abbandoni l’Afghanistan e continui a sostenere i diritti umani in tutto il mondo. La nozione base di legale correlata al tema principale dell’articolo è il diritto umanitario internazionale, che stabilisce le norme per la protezione delle persone in situazioni di conflitto armato. Una nozione di legale avanzata applicabile al tema è il principio di non-refoulement, che vieta il ritorno di rifugiati in luoghi dove la loro vita o libertà sarebbero minacciate.

Riflettiamo insieme su come possiamo contribuire a un mondo più giusto e umano, sostenendo chi è in difficoltà e promuovendo i diritti umani ovunque.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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