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- OpenAI teme che Deepseek cinese comprometta la sicurezza globale.
- L'Italia approva legge: tutela opere umane create con IA.
- Sentenza: solo umani possono essere autori sotto il Copyright Act '76.
L’intreccio tra l’ingegno artificiale e la normativa sul copyright sta assumendo una rilevanza sempre maggiore e una complessità crescente. Di pari passo con l’evoluzione dell’IA e la sua capacità di rimodellare i limiti dell’innovazione tecnologica, si pone la domanda essenziale di come salvaguardare le creazioni artistiche in un contesto pervaso dai dati.
## Le Prospettive di Google e OpenAI
Google e OpenAI hanno reso note le loro opinioni in risposta alla “National Science Foundation” e all'”Ufficio per le Politiche della Scienza e della Tecnologia” degli Stati Uniti, in merito alla formulazione di un programma d’intervento governativo sull’intelligenza artificiale.
OpenAI ha espresso preoccupazioni sui modelli di IA sviluppati in Cina, contestando che “Deepseek”, un concorrente cinese, potrebbe compromettere la sicurezza degli utenti e l’equilibrio politico e sociale a livello internazionale a causa delle leggi cinesi che potrebbero imporre la condivisione di dati con il governo. OpenAI ha richiesto formalmente al governo degli Stati Uniti un divieto riguardante l’utilizzo dei modelli d’intelligenza artificiale provenienti dalla Cina; simultaneamente ha sollecitato una garanzia per la libera esportazione dei chip dedicati ai servizi AI verso le nazioni che aderiscono ai principi democratici in ambito d’intelligenza artificiale. Anche Google è intervenuto nel dibattito, seppur con un approccio meno incisivo; ha messo in evidenza l’importanza vitale delle politiche economiche orientate allo sviluppo di fonti energetiche innovative, necessarie a soddisfare il sempre crescente fabbisogno della sfera AI. Inoltre, promuove sinergie nella ricerca scientifica attraverso alleanze tra il pubblico e il privato. La posizione comune delle due aziende denota una netta opposizione alle normative regionali che possano ostacolare l’evoluzione della tecnologia dell’IA: entrambe aspirano a una regolamentazione federale uniforme ed efficace. Infine, sia Google sia OpenAI dissentono fermamente dall’idea di affibbiare responsabilità diretta agli sviluppatori; propongono piuttosto un cambiamento nella distribuzione della responsabilità ai venditori dei software stessi, considerati più capaci nell’effettuare una valutazione adeguata sui rischi legati all’impiego dei vari sistemi intelligenti.

## Diritto d’Autore e “Fair Use”
Un punto cruciale è il rapporto tra diritto d’autore e intelligenza artificiale. OpenAI sostiene che non dovrebbero esserci limitazioni all’acquisizione dei dati necessari per addestrare gli apparati di IA, poiché questi ultimi sono istruiti a non replicare le opere protette, ma solo a estrarre schemi e strutture linguistiche. OpenAI propone che l’acquisizione e il trattamento dei dati siano considerati “fair use”, garantendo agli sviluppatori libero accesso al materiale disponibile al pubblico, inclusi contenuti scientifici e sociali protetti dal diritto d’autore. Questo eviterebbe lunghe trattative sulla cessione dei diritti. Google, sostenendo il principio dell’uso trasformativo delle opere, chiede il riconoscimento delle eccezioni del “Text & Data Mining” (TDM) anche negli Stati Uniti. Questa deroga, già in vigore in territorio europeo, faciliterebbe l’apprendimento automatico delle aziende AI su materiali protetti dal diritto d’autore, consentendo loro di ricavare informazioni dai “big data” disponibili al pubblico.
## La Situazione in Italia
In Italia, il disegno di legge governativo “Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale”, approvato dal Senato il 20 marzo 2025, modifica la legge sul diritto d’autore, precisando che la tutela esclusiva spetta alle opere creative dell’ingegno “umano”, anche se create con l’ausilio di strumenti di IA, purché siano il risultato del lavoro intellettuale dell’autore. In merito all’estrazione testuale e dei dati finalizzati all’addestramento degli algoritmi intelligenti, il nuovo disegno normativo aggiunge l’Articolo 70-septies all’interno della normativa concernente il diritto d’autore; questa modifica sancisce che sono ammesse le riproduzioni ed estrazioni provenienti da opere disponibili online o tramite banche dati accessibili legalmente, nel rispetto degli articoli 70-ter e 70-quater della stessa legge. Le operazioni relative ai dati devono essere condotte esclusivamente da enti dedicati alla ricerca o istituzioni mirate alla salvaguardia del patrimonio culturale senza scopo lucrativo oppure con intenti riconducibili a un interesse collettivo. In aggiunta a ciò, tale proposta normativa include misure punitive destinate ad arginare la propagazione non autorizzata dei contenuti creati o alterati tramite tecnologie intellettuali avanzate come i deepfake.
### Autorialità Umana e Intelligenza Artificiale: Un Equilibrio Precario
Il tribunale della Corte d’Appello del Distretto della Columbia ha pronunciato una sentenza secondo cui esclusivamente gli esseri umani possono rivestire il ruolo di autori nell’ambito dell’attuale Copyright Act adottato nel ’76. Questa risoluzione, datata 18 marzo dell’anno prossimo (2025), riafferma che è necessaria la figura umana affinché possa esserci effettiva autorialità sui testi scritti; pertanto conferma l’inclinazione preesistente dell’UE al riguardo. S. Copyright Office. Il caso riguardava Stephen Thaler, che aveva chiesto la registrazione di un’opera d’arte generata interamente dalla sua macchina, la Creativity Machine. La Corte ha respinto la domanda, affermando che il sistema del diritto d’autore ruota attorno alla figura dell’autore come essere umano e che le macchine sono strumenti, non soggetti. La Corte non esclude la possibilità che opere assistite da IA possano essere protette, purché vi sia un apporto umano creativo rilevante. Tuttavia, eventuali mutamenti nella definizione di “autore” spettano al Congresso. Questa sentenza consolida un principio cardine del diritto d’autore, ma lascia aperto lo spazio interpretativo per le creazioni ibride, in cui l’IA è utilizzata come supporto alla creatività umana.
## Riflessioni Conclusive: Navigare nel Futuro del Diritto d’Autore
In questo scenario in rapida evoluzione, è fondamentale trovare un equilibrio tra gli interessi dei titolari dei diritti d’autore e le esigenze degli sviluppatori di IA. La sfida è prevenire un indebolimento del sistema giuridico a difesa del diritto d’autore, garantendo al contempo lo sviluppo e l’innovazione nel settore dell’intelligenza artificiale.
Amici lettori, riflettiamo insieme su questo tema cruciale. Nel diritto, esiste un principio fondamentale chiamato principio di legalità, che stabilisce che nessuno può essere punito per un atto che non sia espressamente previsto come reato dalla legge. Applicato al nostro contesto, ciò significa che se un’opera è generata interamente da un’IA, senza alcun intervento umano creativo, non può essere protetta dal diritto d’autore, poiché la legge attuale richiede un autore umano.
Ma c’è di più. Un concetto legale avanzato, noto come diritto comparato*, ci invita a guardare oltre i confini nazionali e a confrontare le diverse normative in materia di diritto d’autore e IA. Ad esempio, l’Unione Europea ha introdotto l’eccezione del “Text and Data Mining”, che consente l’estrazione di dati da opere protette per scopi di ricerca scientifica. Adottare un tale approccio negli Stati Uniti avrebbe la potenzialità di stimolare notevolmente lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, mantenendo al contempo una salvaguardia rigorosa dei diritti d’autore.
Invito tutti a ponderare profondamente queste tematiche cruciali. In che modo possiamo assicurarci che il diritto d’autore tuteli in modo efficace le opere creative in un contesto dominato dall’intelligenza artificiale? Quali dovrebbero essere considerati i confini etici e legali nell’applicazione della tecnologia AI alla produzione artistica? Le risposte fornite a tali interrogativi determineranno il futuro del diritto d’autore.