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Violenza negli stadi: quali misure adottano i ministri per fermarla?

Dopo gli scontri di Genova, i ministri Piantedosi e Abodi delineano nuove strategie per contrastare la violenza negli stadi, includendo il Daspo penale e il riconoscimento facciale.
  • Arrestati 19 ultras di Inter e Milan per connessioni con la criminalità organizzata.
  • Proposta la trasformazione del Daspo in misura penale con impatto sul casellario giudiziario.
  • Introduzione del riconoscimento facciale negli stadi entro due anni, soggetta all'approvazione del Garante della privacy.

Contesto e Motivazioni

Il recente incontro tra il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi ha segnato un passo significativo nella lotta contro la violenza negli stadi italiani. La necessità di affrontare il problema è emersa con forza dopo gli scontri di Genova, che hanno visto agenti feriti e la chiusura di uno stadio. L’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, che ha portato all’arresto di 19 ultras di Inter e Milan, ha ulteriormente evidenziato l’ombra della criminalità organizzata nel calcio. Questo scenario ha spinto il governo a delineare una strategia per proteggere il mondo del calcio e i veri tifosi, cercando di arginare un fenomeno che minaccia di compromettere l’integrità dello sport.

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  • Finalmente delle misure concrete per salvaguardare lo sport... ⚽️👍...
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  • E se il problema fosse la cultura sportiva italiana?... 🤔...

Strategie e Misure Proposte

Durante la riunione, alla quale ha partecipato anche il capo della Polizia Vittorio Pisani, si è discusso del potenziamento degli strumenti già esistenti per combattere la violenza negli stadi. Una delle azioni principali sarà una consultazione con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per garantire che le detenzioni di sostenitori siano più efficaci, evitando che questi vengano liberati poco dopo. Si sta valutando di trasformare il Daspo, attualmente una sanzione amministrativa, in una misura penale che potrebbe essere inclusa nel casellario giudiziario, incidendo in diverse situazioni, come nei concorsi pubblici. Inoltre, si sta considerando l’introduzione obbligatoria del riconoscimento facciale negli stadi entro due anni, previa approvazione del Garante della privacy. Questa tecnologia potrebbe diventare un requisito per le licenze nazionali, aiutando a distinguere tra tifosi responsabili e coloro che violano le regole.

Ruolo delle Società Calcistiche

Un altro aspetto cruciale riguarda le società calcistiche, che saranno incoraggiate a ritirare il gradimento verso i tifosi coinvolti in atti di violenza o razzismo. Diverse squadre hanno già adottato questa misura, e il governo intende promuovere ulteriori responsabilità in tal senso. La norma 231 del 2001, relativa alla responsabilità amministrativa, potrebbe essere implementata per mappare i rischi di comportamenti scorretti da parte di collaboratori e tesserati delle società. Abodi ha anche rilanciato la Carta dei Doveri, che dovrà essere sottoscritta da tutti i soggetti che hanno rapporti con le società calcistiche, per garantire un impegno comune nel rispetto delle regole.

Conclusioni e Riflessioni

L’incontro tra i ministri Piantedosi e Abodi rappresenta un passo importante verso una maggiore sicurezza negli stadi italiani. Tuttavia, è essenziale che le parole si traducano in azioni concrete per ottenere risultati tangibili. L’applicazione delle leggi esistenti, insieme all’adozione di nuove tecnologie, potrebbe rappresentare una svolta nella lotta contro la violenza nel calcio. La collaborazione tra governo, società calcistiche e forze dell’ordine sarà fondamentale per garantire un ambiente sicuro e rispettoso per tutti i tifosi.

In un contesto legale, è utile comprendere il concetto di Daspo, ovvero il Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive, che in Italia rappresenta una misura di prevenzione adottata per impedire l’accesso agli stadi a individui considerati pericolosi. Questa misura può essere applicata anche in assenza di una condanna penale, basandosi su comportamenti ritenuti potenzialmente pericolosi.

Un aspetto legale più avanzato riguarda la responsabilità amministrativa delle società, disciplinata dal Decreto Legislativo 231 del 2001. Questo prevede che le società possano essere ritenute responsabili per reati commessi da persone fisiche che agiscono per conto dell’ente, qualora non abbiano adottato modelli organizzativi idonei a prevenire tali reati. Questa normativa sottolinea l’importanza di un sistema di controllo interno efficace per evitare comportamenti illeciti.

Riflettendo su questi temi, emerge l’importanza di un approccio integrato che coinvolga tutte le parti interessate nel garantire la sicurezza e l’integrità del calcio. Solo attraverso un impegno condiviso sarà possibile preservare i valori di uno sport che rappresenta una parte fondamentale della cultura e della società italiana.

Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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