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- La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 24 anni di reclusione per Rocco Pierri.
- Il delitto, avvenuto nel 2001, è stato risolto grazie all'isolamento del DNA del colpevole.
- La famiglia della vittima ha ottenuto una provvisionale di 50.000 euro.
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 24 anni di reclusione per Rocco Pierri, accusato di aver ucciso il coinquilino Maurizio D’Amico nel 2001. La decisione è stata presa sabato 29 giugno 2024, segnando la fine di un lungo iter giudiziario. La sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Lecce, emessa nel maggio 2023, è ora definitiva. Pierri, un 49enne originario di Casarano e residente a Specchia, è stato ritenuto colpevole di omicidio, con la ricostruzione degli inquirenti che ha stabilito che il decesso di D’Amico, 26enne di Carpignano Salentino, è avvenuto per strangolamento.
Il Delitto e le Indagini
L’omicidio è avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 settembre 2001 ad Adliswil, una cittadina vicino a Zurigo, in Svizzera. Pierri avrebbe agito per sanare un presunto debito di droga. Dopo aver legato e imbavagliato D’Amico, lo ha strangolato con una sciarpa, avvolto la testa della vittima in una busta di plastica e dato fuoco al letto. Il delitto è rimasto irrisolto per 12 anni, fino a quando l’evoluzione delle tecniche di indagine ha permesso di isolare il DNA del presunto assassino dal corpo della vittima e da altri punti della casa, portando alla sua identificazione. Un mandato di cattura internazionale è stato emesso nei confronti di Pierri, che è stato rintracciato e arrestato a Taurisano il giorno di Natale del 2012.
Il Processo e la Sentenza
In primo grado, Pierri era stato condannato all’ergastolo. Tuttavia, in appello, la pena è stata ridotta a 24 anni di reclusione, con l’esclusione dell’aggravante di aver rubato il Bancomat della vittima e prelevato 300 franchi per sanare il presunto debito. La Cassazione ha ora rigettato il ricorso dei difensori di Pierri, rendendo definitiva la condanna. I familiari della vittima, rappresentati dagli avvocati Alessandro Stomeo, Salvatore Centonze e Katia Botrugno, hanno ottenuto una provvisionale di 50.000 euro. Pierri è stato difeso dagli avvocati Tommaso Stefanizzo ed Ester Nemola.
Implicazioni e Riflessioni
Questo caso rappresenta un esempio significativo di come le tecnologie moderne possano risolvere delitti irrisolti da anni. L’isolamento del DNA ha giocato un ruolo cruciale nell’identificazione del colpevole, dimostrando l’importanza dell’innovazione nelle indagini criminali. Inoltre, la conferma della condanna da parte della Cassazione sottolinea la fermezza del sistema giudiziario nel perseguire la giustizia, anche a distanza di molti anni dal crimine.
Bullet Executive Summary
La conferma della condanna a 24 anni di reclusione per Rocco Pierri segna la fine di un lungo percorso giudiziario iniziato con l’omicidio di Maurizio D’Amico nel 2001. Il caso, risolto grazie alle moderne tecniche di indagine del DNA, evidenzia l’importanza dell’innovazione tecnologica nelle indagini criminali. La sentenza definitiva della Cassazione ribadisce la determinazione del sistema giudiziario nel garantire giustizia, anche a distanza di molti anni.
*Nozione base di legale: La prescrizione del reato è il periodo di tempo entro il quale un reato può essere perseguito. Trascorso questo periodo, il reato non può più essere oggetto di azione penale.
Nozione avanzata di legale: La riapertura delle indagini* è possibile in presenza di nuove prove significative che emergono dopo la chiusura di un caso. Questo principio è fondamentale per garantire che la giustizia possa essere perseguita anche in casi di errori giudiziari o nuove scoperte scientifiche.
- Comunicati stampa ufficiali della Corte Suprema di Cassazione per approfondire la sentenza definitiva confermata
- Sito ufficiale del Tribunale di Lecce, valido per approfondire sulla sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Lecce
- Sito ufficiale della Corte di Cassazione, sezione giurisprudenza penale, con sentenze e informazioni sul caso di omicidio risolto grazie al DNA