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- L'incidente è avvenuto il 17 giugno 2024 a Borgo Santa Maria, Latina.
- Il datore di lavoro non ha chiamato i soccorsi e ha abbandonato il lavoratore ferito con l'arto amputato in una cassetta per la raccolta della frutta.
- Antonello Lovato è accusato di lesioni colpose, omissione di soccorso e violazione delle disposizioni sul lavoro irregolare.
Il 17 giugno 2024, Satnam Singh, un bracciante agricolo di origine indiana di 31 anni, ha perso la vita in un tragico incidente sul lavoro presso Borgo Santa Maria, nella provincia di Latina. Singh ha subito l’amputazione di un braccio a causa di un macchinario per il taglio del fieno. Le circostanze che hanno seguito l’incidente sono state particolarmente drammatiche e hanno sollevato un’ondata di indignazione e dolore.
Dopo l’infortunio, il datore di lavoro di Singh, Antonello Lovato, non ha chiamato i soccorsi ma ha caricato il bracciante ferito su un furgone, abbandonandolo davanti alla sua abitazione insieme all’arto amputato, che è stato lasciato in una cassetta per la raccolta della frutta. Questo episodio ha messo in luce le gravi violazioni dei diritti dei lavoratori e la necessità di un’azione più incisiva contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo.
Le reazioni delle autorità e delle organizzazioni sindacali
Il Segretario Generale dell’Ugl, Paolo Capone, ha espresso la sua indignazione e dolore per l’incidente, sottolineando la necessità di combattere il caporalato e di garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori. Capone ha dichiarato: “Il lavoro deve nobilitare l’uomo, non ucciderlo”. Anche il Segretario Provinciale dell’Ugl Matera, Pino Giordano, ha evidenziato l’importanza di una mobilitazione congiunta di istituzioni, imprese, associazioni e organizzazioni sindacali per contrastare il fenomeno del caporalato.
Giordano ha sottolineato come il caporalato sia un problema persistente, soprattutto nelle zone agricole del territorio materano, dove il lavoro sommerso e lo sfruttamento della manodopera straniera sono particolarmente diffusi. Ha inoltre evidenziato che le donne sono spesso le più vulnerabili, lavorando in condizioni di sfruttamento e sottopagate.
Le dichiarazioni del datore di lavoro e le indagini in corso
Renzo Lovato, padre di Antonello Lovato e titolare dell’azienda agricola dove lavorava Satnam Singh, ha dichiarato in un’intervista al Tg1 di aver avvisato il lavoratore di non avvicinarsi al macchinario, ma che Singh avrebbe agito di testa sua. Lovato ha definito l’incidente una “leggerezza costata cara a tutti”. Tuttavia, queste parole hanno suscitato indignazione e critiche, in quanto sembrano minimizzare la gravità della situazione e la responsabilità del datore di lavoro.
La Procura di Latina ha disposto il sequestro di una parte dell’azienda e l’autopsia del bracciante. Antonello Lovato è accusato di lesioni colpose, omissione di soccorso e violazione delle disposizioni sul lavoro irregolare. La moglie di Satnam Singh, che lavorava nella stessa azienda, ha raccontato di essere stata caricata sul furgone insieme al marito e di aver implorato il datore di lavoro di aiutarli, ma senza successo. Singh è stato trasportato in elicottero al San Camillo di Roma, ma le sue condizioni erano già compromesse a causa del trauma cranico e delle emorragie.
La reazione del pubblico e dei media
Il servizio del Tg1 sulla morte di Satnam Singh ha scatenato un’ondata di indignazione sui social media. La giornalista Selvaggia Lucarelli ha espresso la sua amarezza su X (precedentemente noto come Twitter), criticando duramente il servizio per aver minimizzato la crudeltà della vicenda e per aver riportato le parole del datore di lavoro come se si trattasse di una semplice “leggerezza”.
Lucarelli ha scritto: “Lo fanno lavorare senza contratto, lo mollano per strada con un braccio mozzato e parlano di leggerezza del lavoratore, COSTATA CARA A TUTTI. È una vergogna”. Questo tweet ha ricevuto il consenso di migliaia di follower, che hanno espresso la loro rabbia e indignazione per il trattamento disumano riservato a Singh.
Bullet Executive Summary
La tragica morte di Satnam Singh ha messo in luce le gravi problematiche legate al caporalato e allo sfruttamento lavorativo nel settore agricolo. La vicenda ha suscitato un’ondata di indignazione e ha evidenziato la necessità di un’azione più incisiva per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori. Le dichiarazioni del datore di lavoro e la reazione del pubblico hanno ulteriormente amplificato l’attenzione su questo caso, sottolineando l’importanza di combattere il caporalato e di garantire condizioni di lavoro dignitose per tutti.
In conclusione, è fondamentale ricordare che ogni lavoratore ha diritto a condizioni di lavoro sicure e dignitose. La sicurezza sul lavoro non è solo un obbligo legale, ma un imperativo morale. Le aziende devono essere responsabili della sicurezza dei loro dipendenti e fornire assistenza in caso di infortuni. Solo attraverso un impegno congiunto di istituzioni, imprese e organizzazioni sindacali possiamo sperare di eliminare il caporalato e garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori.
*Nozione base di legale correlata al tema: Il caporalato è un reato previsto dall’articolo 603-bis del Codice Penale italiano, che punisce chi recluta manodopera allo scopo di destinarla al lavoro in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori.
Nozione di legale avanzata*: La responsabilità del datore di lavoro in caso di infortunio sul lavoro è regolata dal Decreto Legislativo 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro), che impone alle aziende di adottare tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori. In caso di violazione di queste disposizioni, il datore di lavoro può essere perseguito penalmente per lesioni colpose o omicidio colposo, oltre a dover rispondere civilmente per i danni causati.