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- La Corte di Cassazione deciderà sul ricorso contro la conferma della detenzione di Anan Yaeesh, 37enne palestinese.
- Il Tribunale del Riesame dell'Aquila ha confermato la custodia cautelare per Anan Yaeesh e altri tre palestinesi.
- Circa 300 manifestanti hanno partecipato al corteo di Monza denunciando le violenze subite dai palestinesi negli ultimi 10 mesi.
Domani, la sesta sezione penale della Corte di Cassazione si riunirà per decidere sul ricorso presentato contro la conferma della detenzione di Anan Yaeesh, un 37enne palestinese attualmente detenuto nel carcere di Terni. La Corte d’Appello ha precedentemente respinto la richiesta di estradizione presentata da Israele, accogliendo l’istanza dell’avvocato difensore Flavio Rossi Albertini. Yaeesh, che vive a L’Aquila dal 2017, è accusato dalle autorità israeliane di finanziamento della Tulkarem Brigade, un gruppo armato operante nel campo profughi omonimo.
L’avvocato Rossi Albertini ha espresso la speranza che, nonostante il sostegno del governo italiano a Israele, la Corte di Cassazione faccia prevalere il diritto e le convenzioni internazionali, riconoscendo la legittimità del popolo palestinese di lottare contro una potenza occupante e annullando le misure cautelari.
Il Ricorso di Tre Palestinesi Arrestati
Sempre domani, la Corte di Cassazione esaminerà il ricorso presentato dall’avvocato difensore Flavio Rossi Albertini per tre cittadini palestinesi, arrestati a marzo con l’accusa di terrorismo. Il Tribunale del Riesame dell’Aquila ha confermato la custodia cautelare per Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmosh. Anche in questo caso, la Corte d’Appello abruzzese ha respinto la richiesta di estradizione avanzata da Israele.
L’avvocato Rossi Albertini ha ribadito la sua speranza che la Corte di Cassazione faccia prevalere il diritto internazionale e le convenzioni, annullando le misure cautelari e riconoscendo la legittimità della lotta del popolo palestinese contro l’occupazione israeliana.
Manifestazione a Monza: “Stop al Genocidio”
Nel tardo pomeriggio di sabato 6 luglio, un corteo organizzato dal centro sociale Foa Boccaccio ha attraversato le strade di Monza. Circa 300 manifestanti hanno aperto la colonna con uno striscione recante la scritta “Stop al genocidio. Brianza per la Palestina”. Il corteo è partito da piazza Castello, nei pressi della stazione, causando disagi alla viabilità cittadina.
La manifestazione, presidiata dalle forze dell’ordine, ha denunciato le violenze subite dalla popolazione palestinese di Gaza negli ultimi 10 mesi, definendole non come una guerra, ma come un genocidio. Secondo i manifestanti, il popolo palestinese vive da 76 anni sotto un’occupazione coloniale caratterizzata da espropriazione di territori, demolizione di case, apartheid, interdizione all’accesso a risorse primarie, soprusi, violenze militari e arresti indiscriminati, anche di bambini.
Il corteo ha attraversato diverse vie di Monza, tra cui via Mentana, via Buonarroti, via Galileo, via Schiaparelli, via Rota e via Visconti, per poi risalire lungo via Manzoni e via Zavattari fino a piazza Trento e Trieste, dove è previsto un intervento conclusivo.
Il Ruolo dell’Italia e delle Aziende Belliche
Durante la manifestazione, è stato sottolineato il ruolo dell’Italia e di altri paesi NATO nel sostenere politicamente e militarmente quello che i manifestanti definiscono un genocidio. L’Italia, infatti, invia armi, munizioni e dispositivi bellici all’occupante israeliano, rendendosi complice del massacro. Aziende italiane come Leonardo Spa, Fiocchi Munizioni e Cabi Cattaneo sono state accusate di fare profitti seminando morte, dolore e disperazione.
I manifestanti hanno invitato a riflettere su cosa succede in Italia e in Europa che sorregge, sostiene e facilita il genocidio in Palestina, chiedendo di trovare idee e strumenti condivisi per inceppare la macchina del massacro.
Bullet Executive Summary
La situazione legale di Anan Yaeesh e di altri cittadini palestinesi arrestati in Italia solleva importanti questioni di diritto internazionale e di legittimità della lotta contro l’occupazione. La manifestazione a Monza evidenzia il sostegno popolare alla causa palestinese e critica il ruolo dell’Italia e delle sue aziende nel conflitto.
Nozione base di legale: Il principio di non-refoulement, sancito dalla Convenzione di Ginevra, vieta di trasferire individui in paesi dove rischiano persecuzioni.
Nozione avanzata di legale: La giurisdizione universale permette ai tribunali nazionali di perseguire gravi crimini internazionali, come crimini di guerra e genocidio, indipendentemente dal luogo in cui sono stati commessi o dalla nazionalità degli autori.
In conclusione, la questione palestinese continua a essere un tema di grande rilevanza nel panorama internazionale, sollevando interrogativi su diritti umani, giustizia e responsabilità globale.