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- La Corte di Cassazione ha annullato l'assoluzione dei dirigenti di Fincantieri per la morte di 39 operai.
- L'amianto è stato utilizzato fino alla metà degli anni '90 nello stabilimento di Palermo, nonostante il rischio per la salute.
- Un precedente giudiziario della Cassazione del 2015 aveva già confermato condanne per la morte di altri 43 operai.
La Corte di Cassazione ha annullato il verdetto della Corte d’Appello di Palermo che aveva assolto Giuseppe Cortesi e Antonio Cipponeri, ex dirigenti di Fincantieri, precedentemente condannati in primo grado per la morte di 39 operai che avevano inalato fibre di amianto durante il loro lavoro presso lo stabilimento di Palermo. La decisione della Cassazione, giunta nella serata di ieri, impone un nuovo processo di appello che dovrà tenere conto dei principi stabiliti dalla Suprema Corte.
L’accusa sostiene che i dirigenti non abbiano adottato le necessarie misure di protezione per evitare l’inalazione delle polveri di amianto, un materiale noto per la sua pericolosità per la salute. L’amianto era utilizzato nello stabilimento di Palermo per le sue proprietà ignifughe e il costo contenuto, principalmente nelle lavorazioni di riparazione e trasformazione navale.
La seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo aveva ribaltato le pronunce di condanna di primo grado, ritenendo che l’esposizione all’amianto fosse cessata all’inizio degli anni ’80. Tuttavia, testimonianze di operai e perizie tecniche avevano attestato un copioso impiego dell’amianto fino alla metà degli anni ’90.
Il Dramma degli Operai e la Battaglia Legale
L’elenco delle vittime comprende manutentori, manovali, saldatori, aggiustatori meccanici e montatori motoristi, molti dei quali hanno prestato servizio a Fincantieri per decenni. Non tutti sono deceduti, ma molti sono ammalati di mesotelioma pleurico maligno, carcinoma polmonare e asbestosi. La Cassazione ha ritenuto errata la decisione della Corte d’Appello di Palermo, annullando con rinvio la pronuncia assolutoria.
Il segretario generale della Fiom Cgil Palermo e Sicilia, Francesco Foti, ha espresso soddisfazione per la decisione: «Anche questa volta è stata fatta giustizia. I lavoratori non torneranno più in vita, ma oggi è stata data ragione ai morti e al sindacato, in prima linea in questa dura battaglia». L’avvocato Fabio Lanfranca, che ha assistito i familiari delle vittime, ha aggiunto: «Gli operai del cantiere di Palermo non sono morti per caso fortuito, ma sono stati costretti per decenni a lavorare con l’amianto senza protezione e senza informazione sulla pericolosità del materiale, che li ha uccisi lentamente».
Precedenti Giudiziari e Implicazioni Future
Un precedente della Cassazione risale al 2015, quando la Suprema Corte si pronunciò sul copioso utilizzo dell’amianto presso lo stabilimento di Palermo della Fincantieri, confermando le condanne dei dirigenti per la morte di altri 43 operai e le lesioni gravissime inferte ad ulteriori 19. «Gli operai venivano mandati a morire, e i responsabili non attuavano nessuna misura di sicurezza», ha aggiunto Foti. «Siamo costituiti parte civile nei processi per le morti cagionate dall’amianto dalla fine degli anni Novanta in poi. Dopo tanti processi celebrati e dibattimenti in corso, si va ristabilendo la verità. Questa volta giustizia è stata fatta, ma tanti altri operai continuano a morire per aver respirato l’amianto e i familiari attendono risposte».
Le Prossime Fasi del Processo
Il processo dovrà essere rifatto per le morti al Cantiere navale di Palermo. La Cassazione ha annullato con rinvio l’assoluzione dell’ex direttore dello stabilimento Fincantieri, Giuseppe Cortesi. Alcuni capi di imputazione sono prescritti e proseguiranno solo in sede civile. Per altri, il limite massimo di tempo non è scaduto e si terrà un nuovo processo di appello. Per Antonino Cipponeri, ex direttore, il processo proseguirà solo in sede civile. Un terzo ex direttore imputato, Luciano Lemetti, è deceduto.
Sono stati accolti i ricorsi dei parenti delle vittime, assistiti dagli avvocati Fabio Lanfranca, Salvatore Cacioppo e Serena Romano, nonché dall’Inail e dalla Fiom Cgil, assistita dall’avvocato Fausto Maria Amato. La battaglia legale va avanti da anni. Gli imputati rispondono di omicidio colposo plurimo, accusati di non aver adottato le cautele previste dalla legge per le lavorazioni dell’amianto, provocando la morte di 21 operai.
Bullet Executive Summary
In conclusione, la decisione della Cassazione di annullare l’assoluzione dei dirigenti di Fincantieri rappresenta un passo significativo verso la giustizia per le vittime dell’amianto. Questo caso sottolinea l’importanza di adottare misure di sicurezza adeguate nei luoghi di lavoro e di informare i lavoratori sui rischi associati a materiali pericolosi. La battaglia legale è stata lunga e complessa, ma la determinazione dei familiari delle vittime e del sindacato ha portato a un’importante vittoria.
*Nozione base di legale: In casi di omicidio colposo plurimo, la legge prevede che i responsabili siano perseguiti per non aver adottato le misure di sicurezza necessarie a prevenire incidenti mortali. Questo principio è fondamentale per garantire la protezione dei lavoratori e la responsabilità delle imprese.
Nozione avanzata di legale*: La prescrizione dei reati è un principio giuridico che stabilisce un limite di tempo entro il quale un reato può essere perseguito. Tuttavia, in casi di particolare gravità come quelli legati all’amianto, la giurisprudenza può prevedere delle eccezioni per garantire che i responsabili siano comunque chiamati a rispondere delle loro azioni.
Questa vicenda ci invita a riflettere sull’importanza della sicurezza sul lavoro e sulla necessità di una vigilanza costante per prevenire tragedie simili in futuro. La giustizia può essere lenta, ma è fondamentale per ristabilire la verità e garantire che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni.