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- Confermati 30 anni per Fabio e Salvatore Costantino.
- Sequestrati 430 chili di hashish provenienti dal Marocco.
- L'organizzazione mirava all'acquisto di 3.000 chili di hashish.
L’eco delle aule giudiziarie risuona con la conferma definitiva, da parte della Corte di Cassazione, delle condanne emesse nel contesto del processo “Ossessione”. Un’inchiesta che ha squarciato il velo su un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico internazionale, con radici ben salde nel territorio vibonese e ramificazioni estese in diversi continenti.
La rete del narcotraffico smantellata
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Catanzaro, hanno portato alla luce un’associazione a delinquere transnazionale, capace di operare su vasta scala, coinvolgendo Paesi come Italia, Colombia, Venezuela, Repubblica Dominicana, Spagna, Olanda e Marocco. Al centro di questa rete, i fratelli Costantino, originari di Nicotera, in provincia di Vibo Valentia, ritenuti i promotori e gli organizzatori del traffico illecito. Le sentenze definitive infliggono pene severe: 30 anni di reclusione per Fabio Costantino e Salvatore Costantino, 10 anni e 8 mesi per Giuseppe Costantino. Pene minori, ma comunque significative, sono state comminate anche ad altri complici, tra cui Gennaro Papaianni, Giovanni Stilo, Antonio Narciso e Luigi Mendolicchio.

Le accuse e le prove
Le accuse contestate agli imputati sono pesanti: associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, con l’aggravante della transnazionalità e dell’utilizzo del metodo mafioso. Dalle investigazioni è emerso il collegamento dei soggetti originari di Vibo Valentia con elementi di spicco del clan Mazzaferro, originario di Marina di Gioiosa Ionica, da tempo operativi tra Milano e Como e abili nello scindere e distribuire importanti quantità di stupefacenti in territorio lombardo. Nel marzo del 2018, un blitz della Guardia di Finanza in un deposito di Milano ha portato al sequestro di 430 chili di hashish, proveniente dal Marocco via Spagna, e di una pistola rubata in possesso di Salvatore Costantino. Questo sequestro, tuttavia, rappresentava solo una piccola parte del volume di affari gestito dall’organizzazione, che puntava all’acquisto di 3.000 chili di hashish, per un valore stimato tra i quattro e i cinque milioni di euro, da reinvestire nel traffico di cocaina.
Il ruolo dei Costantino e i collegamenti internazionali
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, i fratelli Costantino avrebbero avuto un ruolo centrale nello scarico dello stupefacente in Italia, gestendo l’uscita della droga dai porti e dagli aeroporti. Le indagini hanno evidenziato i loro contatti con un potente cartello marocchino, in grado di assicurare forniture costanti ed enormi di narcotico. L’organizzazione vibonese, inoltre, avrebbe dimostrato di essere pronta a difendere i propri interessi anche con le armi, confermando la pericolosità e la spregiudicatezza del sodalizio. La Cassazione ha confermato la validità delle prove raccolte, sottolineando la coerenza e la logicità degli argomenti che dimostrano l’esistenza di un’associazione criminale strutturata e operante su un arco temporale significativo.
Impatto e riflessioni sul narcotraffico
La sentenza della Cassazione rappresenta un duro colpo per la criminalità organizzata calabrese e conferma l’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura nel contrasto al narcotraffico internazionale. L’operazione “Ossessione” ha permesso di smantellare una rete complessa e ramificata, capace di generare ingenti profitti illeciti e di alimentare la violenza e l’illegalità. La conferma delle condanne in Cassazione sottolinea l’importanza di un’azione coordinata a livello nazionale e internazionale per contrastare efficacemente il fenomeno del narcotraffico, che rappresenta una grave minaccia per la sicurezza e la stabilità dei Paesi coinvolti.
Oltre la sentenza: un monito per il futuro
Il caso “Ossessione” ci offre uno spaccato inquietante sulla realtà del narcotraffico internazionale e sulle sue implicazioni nel tessuto sociale ed economico. La conferma delle condanne è un segnale importante, ma non sufficiente. È necessario un impegno costante e sinergico da parte di tutte le istituzioni e della società civile per contrastare efficacemente questo fenomeno, che si alimenta della disperazione, della povertà e della mancanza di opportunità.
Dal punto di vista legale, è fondamentale comprendere il concetto di “associazione a delinquere”, previsto dall’articolo 416 del Codice Penale. Questa norma punisce chiunque partecipi a un’associazione di tre o più persone, organizzata per commettere più delitti. Nel caso di “Ossessione”, l’aggravante della transnazionalità e dell’utilizzo del metodo mafioso ha comportato un inasprimento delle pene.
Un aspetto legale più avanzato riguarda la cooperazione internazionale in materia di contrasto al narcotraffico. L’Italia ha sottoscritto numerose convenzioni e accordi bilaterali con altri Paesi per favorire lo scambio di informazioni, l’estradizione di criminali e il sequestro dei beni illecitamente acquisiti. Questa collaborazione è essenziale per contrastare efficacemente un fenomeno che, per sua natura, non conosce confini.
Riflettiamo: cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per contribuire a contrastare il narcotraffico? Forse, essere più consapevoli dei rischi legati al consumo di droghe, sostenere le iniziative di prevenzione e recupero, denunciare le situazioni sospette. Ogni piccolo gesto può fare la differenza.
- Sito ufficiale della Guardia di Finanza, per approfondimenti sulle operazioni.
- Comunicato stampa dei Carabinieri su operazione antidroga che coinvolge i Costantino.
- Pagina Wikipedia sulla 'ndrina Mazzaferro, collegata all'inchiesta sul narcotraffico.
- Pagina del Ministero dell'Interno sulla criminalità organizzata, utile per approfondire il contesto.