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Le Famiglie delle Vittime di Rigopiano Chiedono Giustizia: Ecco le Illuminanti Motivazioni della Appello

Manifestazione pacifica davanti al tribunale dell’Aquila per sollecitare il ricorso in Cassazione contro la sentenza di appello che esclude il reato di disastro colposo.
  • Il 3 giugno 2024 si è tenuto un sit-in pacifico a Macerata, con i familiari delle vittime della tragedia di Rigopiano che hanno manifestato per sollecitare la procura generale a ricorrere in Cassazione.
  • La corte d’appello dell’Aquila ha emesso 8 condanne e 22 assoluzioni, escludendo il reato di disastro colposo poiché la valanga è stata ritenuta un evento imprevedibile.
  • Le motivazioni della sentenza, pubblicate il 3 maggio 2024, contano oltre 600 pagine e trattano temi giuridici come la causalità omissiva e il modello di cooperazione colposa dell’art. 113 del codice penale.

Il 3 giugno 2024, a Macerata, si è tenuto un sit-in pacifico davanti al tribunale dell’Aquila. I familiari delle vittime della tragedia di Rigopiano hanno manifestato per sollecitare la procura generale a ricorrere in Cassazione contro la sentenza di appello. La tragedia, avvenuta il 18 gennaio 2017, ha visto la morte di 29 persone, tra cui Emanuele Bonifazi, un 31enne di Pioraco, e Marco Tanda, un pilota di 25 anni di Castelraimondo.

La corte d’appello dell’Aquila, il 14 febbraio, ha emesso otto condanne e 22 assoluzioni. Tra i condannati figurano l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, condannato a un anno e otto mesi per falso e omissione di atti di ufficio, e il capo di gabinetto della Prefettura Leonardo Bianco, condannato a un anno e quattro mesi. Altri condannati includono Enrico Colangeli, tecnico del Comune di Farindola, e il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, condannati a due anni e otto mesi ciascuno. I dirigenti della Provincia Mauro Di Blasio e Paolo D’Incecco, responsabili della viabilità, sono stati condannati a tre anni e quattro mesi, mentre il tecnico comunale Giuseppe Gatto e il gestore Bruno Di Tommaso hanno ricevuto condanne di sei mesi ciascuno. Il reato di disastro colposo è stato escluso, poiché la valanga è stata ritenuta un evento imprevedibile.

Le Motivazioni della Sentenza della Corte di Appello

Il 3 maggio 2024, sono state pubblicate le motivazioni della sentenza della Corte di Appello dell’Aquila, che contano oltre 600 pagine. Le motivazioni affrontano temi giuridici di grande interesse, tra cui la causalità omissiva, l’individuazione della posizione di garanzia, la prevedibilità e il modello di cooperazione colposa dell’art. 113 del codice penale. La sentenza ha suscitato un dibattito mediatico e giuridico significativo, poiché ha escluso il reato di disastro colposo, ritenendo la valanga un evento imprevedibile.

I familiari delle vittime, tuttavia, non sono soddisfatti delle conclusioni della corte d’appello e chiedono che venga fatta piena luce sulle dinamiche che hanno causato la morte dei loro cari. Paola Ferretti, madre di Emanuele Bonifazi, ha dichiarato: “La verità deve venire fuori. Speriamo che il terzo grado di giudizio chiarisca quanto accaduto a Rigopiano e nei periodi anteriori alla valanga. Desideriamo che ogni cittadino sia convinto che sia stata scandagliata ogni angolatura della vicenda che ha sconvolto le nostre vite.”

La Scadenza per il Ricorso in Cassazione

La scadenza per il ricorso in Cassazione è fissata per la fine di giugno 2024. L’avvocato Camillo Graziano, che rappresenta Alessio Feniello, padre di Stefano, una delle vittime, ha ricordato che la norma prevede 45 giorni di tempo per presentare il ricorso. “Aspettiamo la decisione della procura generale,” ha dichiarato Graziano. “Se non si farà ricorso, sarà come giocare a calcio con un pallone sgonfio. La Cassazione partirebbe dal presupposto che la magistratura ha dato per buone le conclusioni dell’appello.”

Marcello Martella, padre di Cecilia, un’estetista morta a 24 anni nell’hotel, ha espresso il suo disappunto: “Per tutti questi anni abbiamo invocato verità e giustizia. È possibile che non si arrivi al terzo grado in un processo così importante? È assurdo non percorrere tutti i gradi di giudizio per giungere alla verità e fare giustizia su un disastro di queste proporzioni.”

Bullet Executive Summary

La tragedia di Rigopiano, avvenuta il 18 gennaio 2017, ha visto la morte di 29 persone a causa di una valanga che ha travolto l’hotel Rigopiano sul Gran Sasso d’Abruzzo. La corte d’appello dell’Aquila ha emesso otto condanne e 22 assoluzioni, escludendo il reato di disastro colposo. Le motivazioni della sentenza, pubblicate il 3 maggio 2024, contano oltre 600 pagine e affrontano temi giuridici complessi. I familiari delle vittime chiedono che venga fatto ricorso in Cassazione entro la fine di giugno 2024.

In conclusione, la tragedia di Rigopiano solleva importanti questioni legali riguardanti la responsabilità e la prevedibilità degli eventi naturali. Una nozione base di legale correlata al tema è il concetto di causalità omissiva, che si riferisce alla responsabilità di un soggetto per non aver impedito un evento dannoso che aveva il dovere giuridico di prevenire. Una nozione legale avanzata è il modello di cooperazione colposa dell’art. 113 del codice penale, che implica la responsabilità condivisa tra più soggetti che, con le loro azioni o omissioni, hanno contribuito al verificarsi di un evento dannoso.

Queste riflessioni legali ci invitano a considerare l’importanza di una giustizia equa e completa, che non solo punisca i colpevoli, ma che chiarisca anche tutte le dinamiche che portano a tragedie di tale portata. La ricerca della verità e della giustizia è un diritto fondamentale per le vittime e i loro familiari, e un dovere per la società nel suo complesso.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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