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- La condanna definitiva di Saverio Arfuso a 8 anni, 10 mesi e 20 giorni per associazione mafiosa e riduzione in schiavitù sottolinea la presenza mafiosa nel settore del porfido trentino.
- La reazione delle istituzioni locali, con il neo sindaco di Lona Lases che vede nella sentenza un primo passo verso la ripresa della comunità.
- La sentenza apre la strada a riflessioni su come rafforzare gli strumenti di prevenzione e contrasto alle infiltrazioni mafiose, evidenziando la necessità di un'azione coordinata per garantire legalità e sicurezza.
La Corte di Cassazione ha messo un punto fermo sulla presenza della ‘ndrangheta nel tessuto economico del Trentino, in particolare nel settore estrattivo del porfido. La sentenza definitiva, che ha respinto il ricorso dei difensori di Saverio Arfuso, conferma la condanna a 8 anni, 10 mesi e 20 giorni per associazione mafiosa e riduzione in schiavitù. Questo pronunciamento segna la conclusione del cosiddetto processo “Perfido”, una complessa indagine che ha portato alla luce le attività criminali della ‘ndrangheta nella regione, soprattutto nei comuni di Albiano e Lona-Lases, in val di Cembra.
Il ruolo di Saverio Arfuso, calabrese di Cardeto, è stato determinante nelle operazioni della ‘ndrangheta in Trentino. Già condannato in primo grado a 10 anni e 10 mesi di reclusione, la sua pena è stata leggermente ridotta in appello a causa di un errore nel computo delle aggravanti. Tuttavia, la sua figura rimane centrale nelle dinamiche di infiltrazione mafiosa nella regione.
La Reazione delle Istituzioni Locali
L’avvocato Antonio Giacomelli, neo sindaco di Lona Lases, ha espresso soddisfazione per la sentenza della Cassazione, sottolineando come essa confermi le preoccupazioni lungamente espresse dalla comunità locale riguardo alla presenza mafiosa. La certezza della condanna di Arfuso rappresenta, secondo Giacomelli, il primo passo verso la ripresa di una comunità a lungo oppressa dalla criminalità organizzata. Il comune di Lona Lases, che a seguito dell’inchiesta era stato commissariato, non riuscendo per tre turni elettorali a esprimere un sindaco e un consiglio comunale, vede ora una nuova speranza di rinascita.
Il neo sindaco auspica una continua presenza dello Stato nella regione per garantire la sicurezza e la legalità, fondamentali per la ripartenza economica e sociale. L’insediamento del nuovo consiglio comunale e la recente elezione di Giacomelli sono stati visti come segnali positivi di un impegno rinnovato verso la lotta alla criminalità organizzata.
Implicazioni e Sviluppi Futuri
La sentenza della Cassazione non solo conferma la presenza della ‘ndrangheta nel Trentino ma apre anche la strada a una serie di riflessioni sulle modalità con cui le istituzioni e la società civile possono contrastare efficacemente le infiltrazioni mafiose. La vicenda di Lona Lases e del processo “Perfido” evidenzia la necessità di un’azione coordinata e di lungo termine per garantire la legalità e la sicurezza dei cittadini.
Bullet Executive Summary
La sentenza della Cassazione, confermando la condanna per associazione mafiosa e riduzione in schiavitù a carico di Saverio Arfuso, rappresenta un momento cruciale nella lotta alla ‘ndrangheta in Trentino. La certezza della presenza mafiosa nel settore del porfido non solo ha implicazioni immediate per la comunità di Lona Lases ma pone anche le basi per una riflessione più ampia sulla necessità di rafforzare gli strumenti di prevenzione e contrasto alle infiltrazioni criminali.
Una nozione base di legislazione correlata al tema principale dell’articolo è la definizione di associazione mafiosa secondo l’articolo 416-bis del codice penale italiano, che punisce chi partecipa a un’associazione di tipo mafioso. Una nozione di legislazione avanzata, invece, riguarda le misure di prevenzione personali e patrimoniali previste dal codice antimafia, che permettono di intervenire sui patrimoni illecitamente accumulati e di prevenire l’infiltrazione mafiosa nell’economia legale.
Questi strumenti legislativi, insieme a un impegno costante delle istituzioni e della società civile, sono fondamentali per garantire la legalità e la sicurezza del territorio, stimolando una riflessione personale sulla responsabilità di ogni cittadino nella lotta alla criminalità organizzata.