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- Dal 10 maggio, il procuratore generale ha tempo fino al 24 giugno per impugnare la sentenza d’Appello.
- La sentenza di Appello ha portato a 8 condanne e 22 assoluzioni, sollevando dubbi tra i familiari delle vittime.
- La paura è che la prescrizione, ridotta a sette anni e mezzo, possa impedire l'emergere della verità.
Basta con le omissioni. Ora la verità su Rigopiano
Un sit-in pacifico si è svolto ieri mattina davanti al tribunale de L’Aquila, dove i parenti delle vittime della tragedia di Rigopiano hanno manifestato per sollecitare il procuratore generale a ricorrere in Cassazione. Dal 10 maggio, data in cui sono state pubblicate le motivazioni della sentenza d’Appello che ha decretato otto condanne e 22 assoluzioni, il procuratore ha tempo fino al 24 giugno per impugnare la sentenza, e il tempo stringe.
“Fino alla fine, i nostri angeli chiedono verità e giustizia”, “Una valanga di silenzi e omissioni ha ucciso i nostri angeli. La giustizia non può rinunciare a dare piena verità” e “Mai più”, recitano gli striscioni esposti ieri fuori dal Palazzo di Giustizia. “Non vogliamo entrare nei tecnicismi”, ha dichiarato il Comitato delle Vittime di Rigopiano, “ma siamo convinti e fiduciosi che il terzo grado di giudizio chiarirà quanto accaduto a Rigopiano il 18 gennaio 2017”.
Paola Ferretti, mamma di Emanuele Bonifazi, 31enne di Pioraco receptionist dell’albergo e una delle 29 vittime della valanga, ha espresso il suo dolore e la sua rabbia: “Quello che sta succedendo non è grave solo per i nostri angeli e per noi, ma è brutto per tutta l’Italia. Qualunque cosa accadrà passerà sotto la scusa dell’imprevedibilità. Le stragi italiane sono prevedibili ed evitabili”.
La paura è che il processo possa chiudersi senza permettere alla verità di emergere. “A Rigopiano c’è stata negligenza totale prima, durante e dopo. C’è stata mancata prevenzione e nessuno è stato punito. I familiari sono bloccati come topi in trappola. Nessuno è uscito dal tribunale e abbiamo chiesto un incontro con il procuratore di Pescara per collaborare con il tribunale de L’Aquila. Non si muove nulla e ci negano di andare in Cassazione con il rischio che l’assoluzione dei condannati o il ritorno del processo in Appello porti tutto in prescrizione”.
L’incubo della prescrizione è legato alla sentenza di primo grado che ha tolto il disastro colposo, dimezzando il tempo da quindici anni a sette e mezzo. Se la Cassazione rimanderà in Appello, tutto cadrà in prescrizione. “Le condanne? Fanno ridere i polli”, dice Paola, “voglio sapere chi è colpevole della morte di Emanuele. Sono sette anni e mezzo di calvario tra Pescara, L’Aquila e Roma, con un numero di rinvii pazzesco, ogni volta è come sbattere contro un muro di gomma”.
L’avvocato di parte civile Alessandro Casoni ha condiviso le ragioni del sit-in, definendo la richiesta legittima dei cittadini affinché possano giocare tutte le carte a disposizione. “Il nostro ragionamento”, ha spiegato il legale, “è diverso, siamo su una linea tecnica che rispetta il Codice di Procedura Penale”. Nelle prossime giornate, Casoni ha detto che si saprà se il ricorso in Cassazione andrà a Roma oppure se si potrà ricorrere al procuratore generale o presentare ricorso in Cassazione per interessi civili. “In Appello non l’abbiamo fatto, potrei non farlo anche in Cassazione. Gli interessi civili è possibile farli valere in un processo totalmente civile. Ho mandato lettere di interruzione della prescrizione civile e potrò valutare di ricorrere al tribunale civile per ottenere una lettura della vicenda secondo i criteri tipici del processo civile”.
Rigopiano: sit-in dei familiari davanti a Palazzo di Giustizia
La mattina della manifestazione, i parenti delle vittime dell’hotel Rigopiano hanno manifestato davanti al Tribunale dell’Aquila, chiedendo al Procuratore generale di procedere con il ricorso in Cassazione, poiché i termini sono vicini alla scadenza. I familiari delle 29 persone travolte dalla valanga del 18 gennaio 2017 hanno annunciato la richiesta al termine del processo di secondo grado che ha visto 28 imputati, portando, lo scorso 14 febbraio, ad otto condanne e ventidue assoluzioni.
La sentenza ha soddisfatto solo parzialmente i parenti delle vittime, poiché non ha colpito gli imputati del fronte politico e istituzionale, ritenuti corresponsabili della tragedia. A sostegno della manifestazione, erano presenti anche associazioni da fuori regione come “Il sorriso di Filippo”, che rappresenta i familiari delle vittime del terremoto di Amatrice.
L’Aquila: sit-in del comitato di Rigopiano per il ricorso in Cassazione
Il sit-in del comitato dei familiari delle vittime di Rigopiano al Tribunale dell’Aquila è stato organizzato per chiedere alla Procura di procedere con il ricorso in Cassazione e fare luce sulla morte dei loro familiari. Il comitato ha scritto al procuratore Alberto Sgambati per richiedere di procedere al ricorso, poiché il tempo stringe e il termine ultimo è fissato al 24 giugno.
La sentenza di appello, che ha visto 8 condanne e 22 assoluzioni, ha ribaltato parte del primo grado, lasciando delusione nei parenti delle vittime. Il presidio del comitato ha specificato che il sit-in non è una protesta, ma una richiesta dei familiari di giocare l’ultima partita.
L’avvocato di parte civile Alessandro Casoni ha spiegato che i familiari si sono mossi spontaneamente con una lettera al procuratore, valutando la possibilità di ricorrere alla procura generale di cassazione. A sostenere il comitato era presente anche Mario Sanna, dell’associazione “Il sorriso di Filippo” riconducibile al terremoto di Amatrice.
Rigopiano: sit-in dei familiari davanti a Palazzo di Giustizia
I parenti delle vittime dell’hotel Rigopiano hanno manifestato davanti al Tribunale dell’Aquila, chiedendo al Procuratore generale di procedere con il ricorso. La manifestazione si è svolta in un contesto di grande emozione e determinazione, con i familiari che hanno esposto striscioni e cartelli per chiedere giustizia.
La tragedia di Rigopiano, avvenuta il 18 gennaio 2017, ha visto la morte di 29 persone travolte da una valanga che ha distrutto l’hotel. La sentenza di appello ha portato a otto condanne e ventidue assoluzioni, ma i familiari delle vittime ritengono che non sia stata fatta piena giustizia e chiedono che il processo prosegua fino alla Cassazione.
La manifestazione ha visto la partecipazione di numerose associazioni e cittadini solidali con i familiari delle vittime, che hanno espresso il loro sostegno e la loro vicinanza in questo momento difficile.
Bullet Executive Summary
In conclusione, il sit-in dei familiari delle vittime di Rigopiano davanti al Tribunale dell’Aquila rappresenta un momento cruciale nella ricerca di giustizia per le 29 persone che hanno perso la vita nella tragedia del 18 gennaio 2017. La richiesta di procedere con il ricorso in Cassazione è un atto di determinazione e speranza affinché la verità possa finalmente emergere e i responsabili vengano puniti.
Nozione base di legale: La prescrizione è un istituto giuridico che estingue il diritto di perseguire un reato dopo un certo periodo di tempo, se non viene esercitato. In questo caso, la paura è che il processo possa chiudersi senza permettere alla verità di emergere, portando tutto in prescrizione.
Nozione avanzata di legale: Il Codice di Procedura Penale prevede la possibilità di ricorrere in Cassazione per motivi di legittimità, ovvero per errori di diritto commessi nei precedenti gradi di giudizio. Questo ricorso è un’ultima possibilità per i familiari delle vittime di ottenere giustizia e far valere i loro diritti.
Riflettiamo insieme su quanto sia importante non solo ottenere giustizia per le vittime, ma anche garantire che simili tragedie non si ripetano mai più. La determinazione e il coraggio dei familiari delle vittime di Rigopiano devono essere un esempio per tutti noi, affinché possiamo costruire una società più giusta e responsabile.