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5 motivi per cui il ddl sicurezza della Lega minaccia la libertà di protesta

Scopri come il nuovo ddl sicurezza della Lega Nord potrebbe limitare la tua libertà di esprimere dissenso e aumentare le pene per le manifestazioni.
  • Proposte di nuovi reati e aggravanti nel pacchetto sicurezza della Lega Nord, inclusa la resistenza passiva negli istituti penitenziari con pene fino a 8 anni.
  • Aumento delle pene fino a 25 anni per manifestazioni contro grandi opere come il Ponte sullo Stretto, secondo l'emendamento a firma di Igor Iezzi.
  • Le nuove misure repressive del DDL Sicurezza creano un'emergenza democratica, con pene triplici rispetto a reati gravi come corruzione e rapina.

Enzo Musolino, segretario cittadino del Partito Democratico di Villa San Giovanni, ha recentemente espresso il suo dissenso riguardo agli emendamenti al “pacchetto sicurezza” proposti dalla Lega Nord. Musolino ha sottolineato come la Nonviolenza non debba essere vista come una forma di passività, ma come una prassi di attivismo motivata dalla verità interiore e dalla coscienza. Secondo Musolino, la lotta nonviolenta può concretizzarsi senza sacrificare i mezzi “disarmati” per fini superiori nascosti.

Il dissenso, la protesta e la proposta alternativa sono voci “non governative” che rappresentano un’opposizione popolare viva. Questo tipo di opposizione può riguardare grandi opere imposte dall’alto, come il Ponte sullo Stretto di Messina, senza dialogo con i territori coinvolti. Musolino ha criticato l’idea di affrontare tali opposizioni tipizzando nuovi reati, aggiungendo aggravanti e introducendo fattispecie penali “speciali” e generiche che colpiscono non la violenza, ma la radicalità del dissenso forte ed eticamente orientato.

Musolino ha evidenziato che la Lega Nord, nel “pacchetto sicurezza”, ha inserito emendamenti contro le manifestazioni che svelano la bugia dell’Opera risolutiva di tutti i mali del sud. Salvini, secondo Musolino, ha capito che rispetto a 15 anni fa, il fronte del NO alle infrastrutture “feticcio” è più complesso e variegato. Fioriscono comitati di cittadini e professionisti, e ritornano partiti riformisti di buonsenso, relegando l’ideologismo settario ai margini.

Fino a 25 Anni di Carcere per Chi Manifesta Contro le Opere Pubbliche

Una proposta firmata dal deputato Igor Iezzi della Lega Nord prevede l’introduzione di una nuova aggravante ai reati di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale. L’emendamento, parte del “pacchetto sicurezza” approvato dal Consiglio dei Ministri e in discussione nelle Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali della Camera, mira a innalzare la pena fino a 25 anni di reclusione per chi protesta in modo “minaccioso o violento” contro grandi opere infrastrutturali.

Il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, ha denunciato questa proposta come una svolta autoritaria e repressiva nei confronti di chi dissente dalle politiche del governo. L’emendamento vuole intimidire la legittima protesta contro il Ponte sullo Stretto di Messina e altre opere infrastrutturali. La proposta di Iezzi prevede l’introduzione di un nuovo comma all’articolo 339 del codice penale, che elenca le circostanze aggravanti dei reati di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale.

Le pene, che possono arrivare a sette anni, verrebbero aumentate se la violenza o la minaccia sono commesse durante manifestazioni in luogo pubblico o aperto con armi, da persone travisate, da più persone riunite, con scritti anonimi o simbolici. Se la violenza o la minaccia sono commesse da più di cinque persone riunite, mediante l’uso di armi o da più di dieci persone senza uso di armi, il minimo diventa tre anni e il massimo 15. L’emendamento aggiunge un’ulteriore aggravante: se la violenza o la minaccia sono commesse per impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica, la pena è aumentata da un terzo a due terzi.

Il DDL Sicurezza e le Nuove Misure Repressive

Il nuovo DDL Sicurezza, attualmente in discussione alla Camera, prevede l’introduzione di un nuovo reato di “resistenza passiva” negli istituti penitenziari, punibile con fino a otto anni di carcere nei casi di protesta pacifica dei detenuti. Inoltre, il DDL mira a inasprire le misure contro chi protesta contro la realizzazione di opere pubbliche.

Matteo Salvini ha lamentato l’esistenza di comitati che cercano di evitare la realizzazione di infrastrutture care alla Lega, come il Ponte sullo Stretto. Il deputato leghista Igor Iezzi ha presentato un emendamento al DDL Sicurezza che aumenta le pene per i reati di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, da sette a quindici anni, se la violenza o la minaccia sono commesse da più di dieci persone senza uso di armi. L’emendamento aggiunge un’ulteriore aggravante: se la violenza o la minaccia sono commesse per impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica, le pene possono arrivare fino a 25 anni di carcere.

L’allarme è stato lanciato dal deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, che vede nell’emendamento di Iezzi una mossa per intimidire la protesta contro il Ponte sullo Stretto. Bonelli ha sottolineato che la pena prevista è tripla rispetto a quella per reati gravi come la corruzione e la rapina, definendo la situazione una vera emergenza democratica.

Il Terrorismo della Parola e le Grandi Opere

Il ministro Matteo Salvini ha promesso l’inizio dei cantieri per il Ponte sullo Stretto entro il 2024, durante il festival dell’Economia di Trento. Tuttavia, le preoccupazioni riguardo alle nuove misure repressive proposte dalla Lega Nord sono crescenti. Salvini ha presentato grandi opere come la Tav, la diga di Genova, l’Alta Velocità e il Terzo Valico, promettendo di trasformare l’Italia.

La Lega Nord ha proposto un emendamento che introduce pene più severe per chi manifesta contro queste grandi opere. L’emendamento prevede che chi ostruisce l’accesso ai cancelli delle fabbriche sia considerato responsabile di violenza privata, con pene fino a quattro anni di reclusione. Spesso, i procedimenti aperti finiscono in archiviazioni o assoluzioni, ma la norma proposta dalla Lega suggerisce un’interpretazione opposta: l’articolo 610 del codice penale sul reato di violenza privata si applicherebbe anche a chi impedisce l’entrata o l’uscita da uno spazio aziendale ostruendone il transito con l’interposizione dei propri corpi.

Bullet Executive Summary

Il dibattito sull’introduzione di nuove misure repressive contro chi manifesta contro le opere pubbliche ha sollevato preoccupazioni riguardo alla libertà di espressione e al diritto di protesta. La proposta della Lega Nord di aumentare le pene per chi protesta in modo “minaccioso o violento” contro grandi opere infrastrutturali è vista da molti come una svolta autoritaria e repressiva. La Nonviolenza, come sottolineato da Enzo Musolino, è una prassi di attivismo motivata dalla verità interiore e dalla coscienza, e non dovrebbe essere criminalizzata.

*Nozione base di legale correlata: Il diritto di protesta è un principio fondamentale in una democrazia. La libertà di espressione e di manifestazione sono tutelate dalla Costituzione e rappresentano un pilastro della partecipazione democratica.

Nozione di legale avanzata*: L’introduzione di nuove aggravanti ai reati di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, come proposto dalla Lega Nord, solleva questioni di proporzionalità delle pene. La giurisprudenza costituzionale ha spesso sottolineato l’importanza di un bilanciamento tra la tutela dell’ordine pubblico e la salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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