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23 condanne definitive nella maxioperazione ‘Cupola 2.0’: dettagli e numeri chiave

La Cassazione conferma le condanne per 23 boss e gregari di Cosa nostra. Alcuni imputati vedono ridotte le loro pene, mentre altri affrontano un nuovo processo d'appello.
  • 23 imputati hanno ricevuto condanne definitive, tra cui Gaetano Leto (12 anni e 8 mesi) e Giuseppe Serio (13 anni e 4 mesi).
  • 6 imputati dovranno affrontare un nuovo processo d'appello, tra cui Settimo Mineo con una pena originaria di 21 anni.
  • Le riduzioni di pena coinvolgono Gregorio Di Giovanni con una pena ridotta da 14 anni a 11 anni e 4 mesi, e Salvatore Sciarabba da 14 anni a 13 anni, 10 mesi e 20 giorni.

Dopo tre decenni di egemonia Corleonese, il centro del potere di Cosa nostra doveva ritornare in città. La morte del boss Totò Riina, avvenuta a novembre 2017, capo assoluto della Commissione provinciale, aveva lasciato un vuoto di potere. I mafiosi dei mandamenti storici di Palermo e provincia, seguiti e intercettati dai carabinieri, stavano cercando di ricostituire la Cupola. Il tentativo di riorganizzarsi è stato sventato a dicembre 2018 con il blitz “Cupola 2.0”.

Per diversi imputati, la Cassazione ha messo un punto definitivo ieri, mentre per altri ha disposto un nuovo processo d’appello. Non avendo presentato ricorso, le condanne sono diventate definitive per Greco, Lo Piccolo e altri 10 imputati. Il processo dovrà essere rifatto per 6 imputati, tra cui Settimo Mineo, che aveva ricevuto una pena di 21 anni di reclusione. La Suprema Corte ha deciso di annullare con rinvio per rideterminare la pena.

La Cassazione ha concesso sconti di pena a due boss. Gregorio Di Giovanni, boss di Porta Nuova, vedrà la sua pena ridotta da 14 anni a 11 anni e 4 mesi. Salvatore Sciarabba, capo famiglia di Misilmeri, vedrà la sua pena ridotta da 14 anni a 13 anni, 10 mesi e 20 giorni.

Il processo e le condanne definitive

Il processo di primo grado, confermato dall’impianto accusatorio, è stato emesso dal gup Rosario Di Gioia il 3 dicembre 2020, portando a 46 condanne per un totale di oltre 4 secoli di carcere. L’assoluzione è arrivata in appello il 20 dicembre 2022, con il verdetto della seconda sezione presieduta da Giovanni Marino. Cinque anni e mezzo dopo il maxiblitz, la Cassazione ha emesso il suo verdetto.

Le condanne definitive riguardano 23 imputati, tra cui Gaetano Leto (12 anni e 8 mesi), Giuseppe Serio (13 anni e 4 mesi), Filippo Di Pisa (8 anni), Michele Grasso (8 anni e 8 mesi), Salvatore Pispicia (12 anni), Giuseppe Bonanno (5 anni e 8 mesi), Salvatore Mirino (9 anni e 4 mesi), Francesco Caponetto (13 anni e 4 mesi), Rubens D’Agostino (10 anni), Giovanni Salerno (10 anni), Marco La Rosa (6 anni e 8 mesi), Giovanna Comito (un anno e 8 mesi), Filippo Annatelli (13 anni e 4 mesi), Stefano Albanese (9 anni), Erasmo Lo Bello (12 anni), Salvatore Ferrante (un anno), Giuseppe Costa (9 anni), Carmelo Cacocciola (6 anni e 8 mesi), Gaspare Rizzuto (12 anni e 4 mesi), Salvatore Sorrentino (10 anni), Filippo Cusimano (9 anni) e Domenico Mammi (2 anni).

Le parti civili e il ruolo della società civile

Numerose parti civili si sono costituite nel processo, tra cui il Comune di Palermo, diversi imprenditori vittime del racket, Solidaria e Sos Impresa, l’associazione Antonino Caponnetto, il Comune di Ficarazzi, Confcommercio Palermo, Addiopizzo, il Centro Pio La Torre, il Comune di Villabate, il Comune di Misilmeri e Sicindustria.

Secondo Addiopizzo, che si è costituito parte civile accompagnando diversi imprenditori, il risultato è importante e serve da sprone per coloro che ancora sottostanno alle logiche estorsive di Cosa nostra. L’associazione antiracket ha affermato che è il momento di abbattere il muro di omertà con una decisa azione popolare e una strategia delle denunce collettive. “Continueremo a esserci, per strada, con passione civile, impegno quotidiano, coraggio e senso di responsabilità verso il futuro”, ha dichiarato l’associazione.

Bullet Executive Summary

In conclusione, la sentenza della Cassazione rappresenta un punto di svolta nella lotta contro Cosa nostra. La decisione di confermare le condanne per molti dei boss e gregari coinvolti nel tentativo di ricostituire la Cupola dimostra la determinazione delle istituzioni italiane nel combattere la criminalità organizzata. Tuttavia, il processo non è ancora terminato per alcuni imputati, che dovranno affrontare un nuovo processo d’appello.

Nozione base di legale correlata: La Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel sistema giudiziario italiano. Le sue decisioni sono definitive e non possono essere impugnate, salvo casi eccezionali.

Nozione avanzata di legale correlata: L’annullamento con rinvio è una procedura in cui la Cassazione annulla una sentenza e rinvia il caso a un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo esame. Questo può avvenire per vari motivi, tra cui errori procedurali o la necessità di una nuova valutazione delle prove.

La lotta contro la criminalità organizzata è una battaglia continua che richiede il coinvolgimento di tutte le parti della società. La sentenza della Cassazione è un passo avanti significativo, ma la strada verso una società libera dalla mafia è ancora lunga.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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