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- La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza sul caso di un artista, datata 28 febbraio 2025, riguardante la mancata dichiarazione di guadagni da NFT.
- Secondo l'articolo cinquantatré del T.U.I.R., i ricavi da criptovalute sono tassabili una volta convertiti in moneta tradizionale.
- L'accordo tra Consob e Banca d'Italia rafforza i controlli sulle cripto-attività in conformità al Regolamento europeo Micar del 2023.
Il Contesto Giuridico delle Criptovalute e NFT
Una recentissima pronuncia della Corte di Cassazione con numero identificativo n. 8269 datata al 28 febbraio 2025, si è rivelata cruciale per approfondire l’argomento legato alla obbligatorietà della dichiarazione dei redditi generati attraverso criptovalute e gli asset digitali noti come NFT. Al centro della controversia troviamo un artista dedito alla creazione di opere d’arte digitale che è stato denunciato per aver omesso la comunicazione riguardo ai guadagni conseguiti dalla vendita degli NFT stessi; questi ultimi erano transatti utilizzando forme criptate come l’Ethereum. Tale trascuratezza ha fatto sì che fosse oltrepassata la soglia legale stabilita dall’articolo quattro del Decreto Legislativo numero settantaquattro dell’anno duemila, creando così una fattispecie penale connessa alla falsa dichiarazione dei redditi.
La Corte suprema italiana evidenzia che i ricavi provenienti da criptovaluta assumono il carattere di imponibilità fiscale nel momento in cui vengono convertiti in moneta tradizionale secondo quanto previsto dal Testo unico delle imposte sui redditi (T. U. I. R.). Nello specifico, l’articolo cinquantatré riconosce quale forma reddituale quella derivante dalle attività lavorative autonome occorrenti nell’ambito dell’utilizzo commerciale delle creazioni intellettuali artistiche, inclusi anche gli universi cybergraphic.
Il Protocollo di Intesa tra Consob e Banca d’Italia
Contemporaneamente, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (Consob) insieme alla Banca d’Italia hanno formalizzato un accordo che mira a sinergizzare le loro operazioni in conformità al Regolamento europeo Micar del 2023. Tale normativa crea una disciplina uniforme su scala europea riguardante l’emissione ed il mercato delle cripto-attività. Con l’approvazione del decreto legislativo n. 129/2024 si sono ulteriormente precisati i compiti spettanti sia a Consob che alla Banca d’Italia, fornendo a entrambe poteri regolatori nonché competenze informative, ispettive e sanzionatorie. L’accordo stabilisce come devono essere esercitati questi poteri attraverso meccanismi dedicati allo scambio informativo ed alla cooperazione nei controlli tra queste istituzioni finanziarie; ciò assicura una risposta adeguata nel caso emergano anomalie operative.
Implicazioni Fiscali e Legali delle Criptoattività
Il pronunciamento della Cassazione insieme al recente accordo fra Consob e Banca d’Italia mette in luce la necessità di una dichiarazione accurata riguardo alle criptoattività. La Corte ha stabilito che, nonostante le oscillazioni tipiche delle criptovalute, quando queste vengono convertite in valuta corrente rappresentano comunque dei redditi soggetti a tassazione. Ne deriva che l’omissione nella dichiarazione di simili guadagni può configurarsi come reato per dichiarazione infedele, soprattutto se supera i limiti sanzionabili previsti dalla normativa vigente. D’altra parte, il protocollo instaurato da Consob e Banca d’Italia si propone come obiettivo quello di implementare un controllo rigido sul mercato delle criptoattività, con la finalità fondamentale che tutte le transazioni siano in linea con le disposizioni europee vigenti.

Conclusioni e Riflessioni
L’importanza sempre crescente delle criptovalute insieme agli NFT nell’economia contemporanea impone l’urgenza di una normativa definita ed efficace. La recente pronuncia della Cassazione unita al protocollo stabilito tra Consob e Banca d’Italia costituiscono tappe fondamentali per raggiungere maggiore trasparenza oltre a garantire la legalità in questo ambito emergente delle cripto-attività. Tali iniziative sono essenziali non soltanto per tutelare gli investitori ma anche per assicurare che tutte le transazioni siano svolte in osservanza rigorosa delle normative fiscali e finanziarie vigenti.
Dal punto di vista giuridico è cruciale riconoscere come la dichiarazione infedele, ossia il comportamento del contribuente che omette volontariamente o erroneamente i redditi percepiti al fine di superare determinate soglie punitive, possa esporre a ripercussioni legali severe comprese multe pecuniarie ed azioni penalo-amministrative. Proseguendo su questo piano teorico-giuridico si evidenzia come il concetto stesso di valuta virtuale, interpretata quale forma elettronica di valore priva dell’emissione diretta da istituzioni centralizzate però accettata nell’uso quotidiano come strumento commerciale, delinei chiaramente l’urgenza per interventi normativi adeguati all’interno del dinamico scenario odierno riguardante le criptovalute. Considerando tali dinamiche, risulta chiaro come la tecnologia, insieme all’innovazione finanziaria, stia rimodellando in modo accelerato il contesto economico attuale. È fondamentale che anche le normative subiscano un adeguamento simultaneo affinché si possa assicurare un clima sano ed equo, a tutela di tutti i soggetti coinvolti. Si presenterà pertanto una notevole sfida: trovare un giusto equilibrio tra progresso tecnologico e salvaguardia degli interessi sia pubblici sia privati, senza tralasciare l’obiettivo di incentivare la crescita del sistema economico nonché facilitare l’accesso ai servizi finanziari da parte di tutte le fasce della popolazione.