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- Con l'ordinanza n. 19377/2024, la Corte di Cassazione ha autorizzato l'uso dei tutor invisibili.
- La differenza principale tra i tutor e gli autovelox è che i tutor calcolano la velocità media su un tratto di strada, mentre gli autovelox rilevano la velocità istantanea.
- Non è più obbligatorio segnalare il tipo di dispositivo di rilevazione utilizzato, aumentando l'incertezza per gli automobilisti.
Con l’ordinanza n. 19377/2024, la Corte di Cassazione ha aperto le porte all’utilizzo dei cosiddetti “tutor invisibili”, un termine coniato dall’avvocato Angelo Greco. Questa decisione ha suscitato numerose polemiche e preoccupazioni tra gli automobilisti, poiché potrebbe portare a un aumento significativo delle sanzioni per eccesso di velocità.
I tutor invisibili sono sistemi di rilevazione della velocità media che, a differenza degli autovelox tradizionali, non richiedono una segnalazione specifica del tipo di dispositivo utilizzato. Questo significa che gli automobilisti saranno informati solo della presenza di un generico sistema di misurazione della velocità, senza sapere se si tratta di un autovelox o di un tutor.
La differenza principale tra i tutor e gli autovelox risiede nel metodo di misurazione. Gli autovelox registrano la velocità istantanea del veicolo nel momento in cui passa davanti alla fotocamera, mentre i tutor calcolano la velocità media su un tratto di strada, utilizzando due fotocamere posizionate a distanza di diversi chilometri l’una dall’altra.
Dettagli Tecnici e Implicazioni Legali
La sentenza della Cassazione ha stabilito che non è più obbligatorio indicare agli automobilisti la tipologia dello strumento di rilevazione utilizzato. Fino a questa ordinanza, le autorità dovevano spiegare di che genere di sistema si trattasse. Ora, è sufficiente informare gli automobilisti della presenza di un generico sistema di misurazione della velocità, purché la segnalazione sia effettuata con giusto anticipo.
Questa decisione ha scatenato molte proteste, poiché in caso di presenza di un tutor, sarà inutile frenare bruscamente in prossimità della fotocamera per evitare la sanzione, come avviene con gli autovelox. Il timore di un aumento delle sanzioni causato dalla non consapevolezza ha messo molti automobilisti in agitazione.
La Corte di Cassazione ha chiarito che non esiste una norma che stabilisca l’obbligo di specificare il tipo di dispositivo di rilevazione. Un generico cartello che indica il controllo elettronico della velocità è sufficiente, purché posto con sufficiente anticipo. Questo significa che i conducenti non sapranno se ad attenderli c’è un autovelox o un tutor e non avranno modo di conoscere la posizione precisa dell’apparecchio fino al segnale che indica la fine del tratto di misurazione.
Effetti della Sentenza e Reazioni
La sentenza della Cassazione potrebbe portare a un aumento delle multe e degli incidenti stradali. Con la diffusione di questa interpretazione, gli automobilisti saranno costretti a rispettare i limiti di velocità in ogni momento della circolazione stradale, non potendo più contare sulla frenata all’ultimo momento per salvarsi dagli autovelox.
Il problema è che difficilmente molti conducenti si adegueranno, anche nei tratti stradali dove la rilevazione della velocità media è segnalata. Questo potrebbe innescare una pericolosa rincorsa alla fortuna, dovuta all’incertezza sul tipo di misurazione, mettendo in pericolo anche i guidatori che rispettano i limiti di velocità e le altre prescrizioni del Codice della Strada.
In alcuni tratti di strada, il superamento dei limiti di velocità è così diffuso da ostacolare la circolazione e esporre a incidenti chi adotta una giusta velocità. Questo non significa che superare i limiti di velocità sia giustificato, né rende necessario un ulteriore intervento per controllare la viabilità. Tuttavia, il pericolo causato dagli autovelox è evidente: gli automobilisti che rallentano di colpo quando ricordano del segnale visto di fine rilevamento possono causare tamponamenti e incidenti.
Bullet Executive Summary
La recente ordinanza della Corte di Cassazione sull’utilizzo dei “tutor invisibili” rappresenta un cambiamento significativo nel panorama legale italiano. La decisione di non obbligare le autorità a specificare il tipo di dispositivo di rilevazione della velocità potrebbe portare a un aumento delle sanzioni e degli incidenti stradali. Questa sentenza evidenzia l’importanza di rispettare i limiti di velocità in ogni momento della circolazione stradale, indipendentemente dal tipo di dispositivo di rilevazione utilizzato.
Una nozione base di legale correlata al tema principale dell’articolo è il principio di legalità, che richiede che ogni sanzione sia basata su una norma chiara e precisa. In questo caso, la Corte di Cassazione ha interpretato la normativa esistente in modo da non richiedere una specifica segnalazione del tipo di dispositivo di rilevazione della velocità.
Una nozione di legale avanzata applicabile al tema dell’articolo è il principio di proporzionalità, che richiede che le misure adottate dalle autorità siano proporzionate all’obiettivo da raggiungere. In questo caso, l’obiettivo è garantire la sicurezza stradale, ma l’interpretazione della normativa da parte della Corte di Cassazione potrebbe portare a un aumento delle sanzioni e degli incidenti, sollevando interrogativi sulla proporzionalità della misura.
In conclusione, la sentenza della Corte di Cassazione sui tutor invisibili rappresenta un cambiamento significativo nel panorama legale italiano e solleva importanti questioni sulla proporzionalità e la chiarezza delle norme. È fondamentale che gli automobilisti rispettino i limiti di velocità in ogni momento della circolazione stradale per garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada.