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- La Corte d'Appello di Brescia ha confermato l'ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi il 10 luglio 2024.
- Le istanze di revisione presentate dal sostituto procuratore generale e dai difensori sono state dichiarate inammissibili.
- La difesa contesta il riconoscimento di Olindo Romano da parte di Mario Frigerio, unico sopravvissuto, che avrebbe sofferto di amnesia retrograda.
- Nonostante la conferma della sentenza, la difesa ha annunciato che ricorrerà in Cassazione.
Il 10 luglio 2024, la Corte d’Appello di Brescia ha deciso di non procedere con un nuovo processo per Olindo Romano e Rosa Bazzi, confermando l’ergastolo per i due condannati per la strage di Erba dell’11 dicembre 2006. Dopo cinque ore di camera di consiglio, i giudici hanno ritenuto inammissibili le istanze di revisione della sentenza di condanna all’ergastolo presentate dal sostituto procuratore generale di Milano, Bruno Tarfusser, dall’avvocato Diego Soddu, tutore di Olindo e Rosa, e dai difensori dei coniugi Romano, Nico D’Ascola, Fabio Schembri, Patrizia Morello e Luisa Bordeaux.
La strage di Erba, che ha visto la morte di Raffaella Castagna, del figlio Youssef Marzouk di due anni, della madre Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini, è stata uno degli eventi criminali più discussi e controversi degli ultimi 18 anni. Il dibattito tra innocentisti e colpevolisti è stato incessante, ma la giustizia non ha mai manifestato dubbi sulla colpevolezza dei due imputati.
Le Prove e le Controversie
Le prove contro Olindo Romano e Rosa Bazzi sono state definite “granitiche” e confermate in tutti i gradi di giudizio. Tuttavia, la difesa ha sempre contestato alcuni elementi chiave del caso, tra cui il riconoscimento di Olindo Romano da parte di Mario Frigerio, unico sopravvissuto al massacro e deceduto nel 2014, e la ricostruzione della morte di Valeria Cherubini.
Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini, aveva descritto l’aggressore come un uomo dall’incarnato olivastro e con capelli neri, diverso dal netturbino di Erba. La difesa ha sostenuto che Frigerio, a causa delle ferite subite e dell’intossicazione da monossido di carbonio, avesse riportato una cerebrolesione che avrebbe compromesso le sue funzioni cognitive, sviluppando un’amnesia retrograda. Secondo i neurologi e neuropsichiatri della difesa, era impossibile che un ricordo cambiasse radicalmente da un volto sconosciuto a uno familiare.
Inoltre, Olindo e Rosa hanno fornito una versione inattendibile dell’uccisione di Valeria Cherubini, sostenendo di averla colpita sul pianerottolo della casa di Raffaella Castagna e di essersi poi rifugiati nel loro appartamento al piano terra. Tuttavia, le invocazioni di aiuto di Valeria Cherubini raggiunsero due condomini della corte di via Diaz, i primi ad accorrere all’incendio nella casa di Raffaella. La Cherubini fu trovata senza vita accanto alla finestra, con una coltellata che le aveva reciso la lingua e otto colpi al capo. La difesa ha contestato che, con il muscolo psoas tagliato e la lingua recisa, la Cherubini non avrebbe potuto risalire in casa e gridare.
La Reazione delle Parti Coinvolte
La decisione della Corte d’Appello ha suscitato diverse reazioni. L’avvocato Fabio Schembri, legale di Olindo Romano e Rosa Bazzi, ha dichiarato che la sentenza presenta un “vizio di legittimità” e che la difesa ricorrerà in Cassazione. Gli imputati hanno ascoltato la lettura della sentenza con aria impassibile, mentre Rosa Bazzi è scoppiata in lacrime.
Azouz Marzouk, padre e marito di due delle quattro vittime della strage di Erba, si è detto deluso dalla decisione, ribadendo la sua convinzione che Olindo e Rosa non siano i veri colpevoli. Ha chiesto un momento di riflessione e di scuse ai fratelli Castagna, esprimendo il suo dolore e la sua frustrazione.
I fratelli di Raffaella Castagna, Beppe e Pietro, hanno espresso un grande sollievo per la conferma della sentenza, sperando di poter finalmente trovare pace. Hanno pubblicato un post su Facebook con un video e fotografie dei familiari morti nella strage, chiedendo scuse per il piccolo Youssef, Raffaella, la madre Paola, Valeria Cherubini e tutti i loro cari.
Conclusioni e Prospettive Future
La conferma dell’ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi rappresenta un punto fermo in una vicenda giudiziaria che ha segnato profondamente il panorama legale italiano. La decisione della Corte d’Appello di Brescia ribadisce la solidità delle prove raccolte e la validità delle sentenze emesse nei vari gradi di giudizio.
Tuttavia, la difesa non si arrende e ha annunciato l’intenzione di ricorrere in Cassazione, mantenendo viva la speranza di una revisione del processo. La vicenda della strage di Erba continuerà quindi a far discutere e a dividere l’opinione pubblica, in attesa di ulteriori sviluppi.
Bullet Executive Summary
In conclusione, la conferma dell’ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi chiude un capitolo importante della giustizia italiana, ma lascia aperte molte questioni e riflessioni. La nozione base di legale correlata a questo caso è il principio della “certezza del diritto”, che richiede che le sentenze siano basate su prove solide e inconfutabili. Una nozione avanzata è il “principio del dubbio ragionevole”, che impone di considerare tutte le possibili alternative prima di emettere una condanna definitiva.
Questa vicenda ci invita a riflettere sull’importanza di un sistema giudiziario che sappia bilanciare la ricerca della verità con il rispetto dei diritti degli imputati, garantendo un processo equo e trasparente.