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- Sentenza storica della Corte di Cassazione impone divieto di utilizzo di autovelox non omologati.
- Il Comune di Trieste possiede due autovelox e due telelaser, ma chiedono chiarimenti alla Prefettura.
- Il nuovo decreto del Ministero delle Infrastrutture richiede prefetture autorizzino l’installazione di autovelox mobili entro 12 mesi.
Il Comune di Trieste ha deciso di sospendere i controlli di velocità tramite autovelox, in seguito a una recente sentenza della Corte di Cassazione che impone il divieto di utilizzo di apparecchiature non omologate. La decisione è stata presa su richiesta del Partito Democratico locale, che ha sollecitato l’intervento dell’amministrazione Dipiazza.
Secondo l’assessore Caterina de Gavardo, la Polizia Locale di Trieste è in possesso di due autovelox e due telelaser, “regolarmente approvati dai ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dei Lavori Pubblici”. Tuttavia, si attende un pronunciamento della Prefettura giuliana per chiarire la situazione.
Il Comune ha chiesto lumi e informazioni alla Prefettura su come comportarsi, e secondo il Partito Democratico, lo stop ai controlli arriva dopo le interrogazioni presentate dai consiglieri Salvati e Pucci, e l’intervento della segreteria provinciale e del Forum Sicurezza dei dem. Potrebbe entrare in vigore un nuovo decreto del ministero delle Infrastrutture già domani, 28 maggio, che richiederà ai prefetti di autorizzare l’installazione di autovelox mobili.
Secondo Michele Tarlao, è fondamentale “garantire la legalità nell’accertamento delle violazioni da parte dei conducenti indisciplinati attraverso l’uso di sistemi elettronici”. Il nuovo decreto darà ai sindaci un anno di tempo per conformare gli autovelox. “Quelli non adeguati dovranno essere disinstallati”, conclude la segretaria Maria Luisa Paglia.
Autovelox non omologati, il Comune di Trieste ne sospende l’utilizzo
Il Comune di Trieste ha sospeso i controlli di velocità con autovelox in seguito alla sentenza della Corte di Cassazione che vieta l’utilizzo in Italia di apparecchiature non omologate, anche se regolarmente approvate dai ministeri competenti. Il Partito Democratico di Trieste ha accolto “con soddisfazione” la decisione, in linea con quanto fatto dal Comune di Muggia.
L’assessora comunale alla Polizia Locale, Caterina de Gavardo, ha ricordato che il Comando di Polizia Locale è in possesso di due autovelox e due telelaser, “regolarmente approvati” dai ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dei Lavori Pubblici. Tuttavia, si attende un pronunciamento della Prefettura, a cui il Comune si è rivolto il 2 maggio scorso per una valutazione sull’eventuale continuazione dell’utilizzo delle apparecchiature.
Negli scorsi mesi, anche il Comune di Muggia ha sospeso l’impiego degli autovelox per la stessa ragione. La decisione del Comune di Trieste segue le interrogazioni presentate dai consiglieri del Partito Democratico e l’intervento del Forum Sicurezza e Coesione Sociale del Pd di Trieste. Il nuovo decreto del Ministero delle Infrastrutture sugli autovelox, che entrerà in vigore domani, impone ai comuni di ottenere l’autorizzazione del prefetto per l’installazione di autovelox mobili.
Secondo Michele Tarlao, coordinatore del Forum Sicurezza e Coesione Sociale del Pd di Trieste, è importante sensibilizzare al rispetto delle norme di sicurezza stradale e garantire la legalità nell’accertamento delle violazioni da parte dei conducenti indisciplinati attraverso l’uso di sistemi elettronici. Il nuovo decreto concede ai sindaci 12 mesi per conformare gli autovelox, e quelli non adeguati dovranno essere disinstallati.
Il Comune di Trieste spegne autovelox e telelaser in attesa dell’ok del prefetto
Il Comune di Trieste ha sospeso i controlli di velocità con autovelox in seguito alla sentenza della Corte di Cassazione che vieta l’utilizzo in Italia di apparecchiature non omologate, anche se regolarmente approvate dai ministeri competenti. Il Partito Democratico di Trieste ha accolto “con soddisfazione” la decisione, in linea con quanto fatto dal Comune di Muggia.
L’assessora comunale alla Polizia Locale, Caterina de Gavardo, ha ricordato che il Comando di Polizia Locale è in possesso di due autovelox e due telelaser, “regolarmente approvati” dai ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dei Lavori Pubblici. Tuttavia, si attende un pronunciamento della Prefettura, a cui il Comune si è rivolto per una valutazione sull’eventuale continuazione dell’utilizzo delle apparecchiature.
Il Comune di Muggia ha sospeso l’impiego degli autovelox per la stessa ragione. La decisione del Comune di Trieste segue le interrogazioni presentate dai consiglieri del Partito Democratico e l’intervento del Forum Sicurezza e Coesione Sociale del Pd di Trieste. Il nuovo decreto del Ministero delle Infrastrutture sugli autovelox, che entrerà in vigore domani, impone ai comuni di ottenere l’autorizzazione del prefetto per l’installazione di autovelox mobili.
Secondo Michele Tarlao, coordinatore del Forum Sicurezza e Coesione Sociale del Pd di Trieste, è importante sensibilizzare al rispetto delle norme di sicurezza stradale e garantire la legalità nell’accertamento delle violazioni da parte dei conducenti indisciplinati attraverso l’uso di sistemi elettronici. Il nuovo decreto concede ai sindaci 12 mesi per conformare gli autovelox, e quelli non adeguati dovranno essere disinstallati.
Velox illegittimi, Ancisi (LpR): “I cittadini sono inermi e bastonati”
L’ordinanza della Cassazione, pubblicata il 14 aprile scorso, ha pronunciato l’illegittimità delle sanzioni applicate ai conducenti di veicoli stradali con accertamenti prodotti da dispositivi elettronici dotati di “autorizzazione”, ma non di “omologazione”, come quelli in uso nel comune di Ravenna. Il 2 maggio, il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, ha proposto al Consiglio comunale l’ordine del giorno intitolato “Obbligatorio sospendere gli autovelox e velobox non omologati”.
Ancisi ha espresso l’auspicio che il Comune annullasse, in autotutela, i verbali che avevano impropriamente indotto i cittadini a pagare questo genere di multe, disponendo, di conseguenza, il risarcimento dei danni loro inflitti. Ancisi ha proposto ai lettori dei giornali locali, come facsimile, l’istanza rivolta al Comune dall’ing. Riccardo Merendi il 27 aprile, affinché annullasse in autotutela il verbale con cui gli aveva contestato, tramite autovelox non omologato, un presunto superamento del limite di velocità avvenuto in via Reale a Mezzano.
La risposta del Comune è arrivata il 21 maggio tramite la Polizia Locale. La risposta afferma che “una volta effettuato il pagamento in misura ridotta entro sessanta giorni dalla contestazione o notificazione del verbale, rimane preclusa la possibilità d’impugnare l’accertamento dell’infrazione”, comportando “la definitiva preclusione per il contravventore di contestare e mettere in discussione i presupposti di fatto della sanzione”. Un’eventuale revisione della situazione ad iniziativa dell’Amministrazione, con annullamento di altri provvedimenti ancora in itinere, non consentirebbe interventi sui procedimenti ormai definiti con oblazione.
Ancisi e Merendi obiettano che “il pagamento della sanzione equivalga all’ammissione della colpa e precluda qualsiasi ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace ci era ben noto. Merendi non aveva però prospettato un ricorso, ma chiesto, ben diversamente, l’annullamento del suo verbale in autotutela, basato cioè sulla facoltà, concessa per legge ad ogni pubblica amministrazione, di annullare i propri provvedimenti quando si rende conto che sono illegittimi od errati, come in questo caso.
Avendo la Corte di Cassazione stessa ammesso, nell’ordinanza, che la questione affrontata era del tutto nuova e si inseriva in un panorama non chiaro, appare del resto pretestuoso pretendere che un automobilista, se non esperto di diritto della circolazione stradale, possa contestare all’amministrazione stessa l’adozione di strumenti illegittimi, quando la conformità degli stessi è descritta artatamente nei verbali attraverso, per esempio, un giro di parole attestante l’impiego di un “velocar omologato con decreto di approvazione”, cioè non omologato, secondo la Corte.
Si può giustificare che la Polizia Locale di Ravenna, rispondendo al posto del sindaco da cui dipende sotto l’obbligo, imposto dal bilancio comunale, di autofinanziarsi con le proprie multe, rilevi l’ammissione di colpa degli automobilisti ingenuamente fidatisi di quanto scritto nei verbali ricevuti. Questo non fa però onore al sindaco che, rappresentando tutti i cittadini, nega loro, di conseguenza, equità e ragione. Peggio per il cittadino – incompetente, ignaro o anche solo pigro quanto si voglia – se paga perché tratto in inganno dalla verosimiglianza degli asseriti “accertamenti”, oltretutto privo di prove contrarie da esibire. Ciò significa, però, che si conta proprio su questa sua inermità per far cassa, trascurando che in tal modo si posa un’altra pietra sul muro della diffidenza che sempre più divide i cittadini da chi ne tradisce la fiducia.
Bullet Executive Summary
In conclusione, la sospensione dei controlli di velocità tramite autovelox a Trieste, in seguito alla sentenza della Corte di Cassazione, rappresenta un momento cruciale nel panorama legale moderno. La decisione mette in luce l’importanza di utilizzare apparecchiature omologate per garantire la legalità e l’equità nell’accertamento delle violazioni stradali. Questo caso solleva interrogativi significativi sulla responsabilità delle amministrazioni locali e sulla necessità di trasparenza e correttezza nei confronti dei cittadini.
Nozione base di legale: La autotutela è la facoltà concessa per legge ad ogni pubblica amministrazione di annullare i propri provvedimenti quando si rende conto che sono illegittimi od errati.
Nozione avanzata di legale: La omologazione è un processo di certificazione che attesta la conformità di un prodotto o di un dispositivo a specifiche normative tecniche e di sicurezza, ed è fondamentale per garantire la legittimità delle sanzioni applicate tramite tali dispositivi.
Questa vicenda ci invita a riflettere sulla necessità di un sistema giuridico trasparente e giusto, che tuteli i diritti dei cittadini e garantisca l’equità nelle procedure amministrative. È un promemoria dell’importanza di una governance responsabile e della fiducia che i cittadini ripongono nelle istituzioni pubbliche.