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Ricorso choc alla cedu contro l’italia cosa potrebbe cambiare nella legge elettorale

La Corte Europea dei Diritti Umani ha accolto un ricorso significativo che potrebbe costringere l'Italia a riscrivere la sua legge elettorale, mettendo a rischio le future riforme costituzionali.
  • Ricorso accolto: Presentato da Mario Staderini e un gruppo di cittadini, accolto nel febbraio 2023.
  • Tre modifiche chiave alla legge elettorale: Le leggi del 2019, 2020 e 2022 hanno suscitato preoccupazioni per la stabilità elettorale.
  • 29 luglio 2024: Scadenza per la presentazione della memoria difensiva del governo italiano.

La Corte Europea dei Diritti Umani (Cedu) ha recentemente accolto un ricorso presentato dall’ex segretario dei Radicali Italiani, Mario Staderini, insieme a un gruppo di cittadini italiani, contro le modifiche apportate al sistema elettorale italiano. Questo ricorso, depositato a gennaio 2023 e accolto nel febbraio dello stesso anno, sostiene che le modifiche al sistema elettorale italiano abbiano comportato una violazione dei diritti degli italiani nelle elezioni politiche del settembre 2022, vinte dalla premier Giorgia Meloni.

Il governo italiano ha tempo fino al 29 luglio 2024 per presentare una memoria difensiva. Le udienze sul merito del ricorso saranno calendarizzate nei prossimi mesi, e il governo italiano sta attualmente elaborando la sua memoria difensiva, come previsto dalla normativa italiana e dalle convenzioni internazionali.

Le Argomentazioni del Ricorso

Il ricorso si concentra su diverse questioni chiave riguardanti l’instabilità della legge elettorale italiana e la sua compatibilità con il diritto a libere elezioni, garantito dall’articolo 3 del Protocollo 1 della Convenzione Europea dei Diritti Umani. Staderini e i cittadini italiani che hanno presentato il ricorso sostengono che il sistema elettorale è stato modificato tre volte prima delle elezioni politiche del settembre 2022:

1. La legge costituzionale numero 1 del 19 ottobre 2019, che ha ridotto il numero dei parlamentari.
2. La legge 177 del 23 dicembre 2020, che ha riguardato la redistribuzione elettorale.
3. La legge numero 84 del 20 giugno 2022, che ha esentato alcuni partiti dall’obbligo di raccolta delle firme autenticate per la presentazione delle liste nazionali.

Secondo i ricorrenti, l’articolo del Rosatellum (il comma 19, lettera C, e il comma 21, lettera A, dell’articolo 1) contrasta con il principio della libertà di voto, poiché la legge non consente di esprimere un voto separato, ovvero una preferenza per una lista o coalizione diversa da quella nel maggioritario. Di conseguenza, se un cittadino vota solo per un candidato nel maggioritario, il suo voto viene automaticamente assegnato alla lista o coalizione corrispondente nel sistema proporzionale.

Le Domande della Cedu al Governo Italiano

La Corte Europea dei Diritti Umani ha formulato tre domande al governo italiano per comprendere se sia stato violato il diritto a libere elezioni:

1. La prima domanda riguarda le modifiche alla legge elettorale introdotte nel 2019, 2020 e 2022, tre mesi prima delle elezioni legislative. La Cedu vuole sapere se questi cambiamenti abbiano minato la fiducia dei ricorrenti nelle garanzie di libere elezioni.
2. La seconda domanda si concentra sulla legge n. 165 del 2017, che impedisce agli elettori di votare nel sistema proporzionale per una lista o coalizione diversa da quella scelta nel sistema maggioritario, attribuendo automaticamente il voto espresso nel sistema maggioritario alla lista o coalizione corrispondente nel sistema proporzionale. La Corte chiede se questa legge abbia violato il diritto dei ricorrenti di esprimersi liberamente sulla scelta del corpo legislativo in libere elezioni.
3. La terza domanda riguarda la possibilità per i cittadini di introdurre un ricorso “effettivo” davanti alle istanze nazionali, come previsto dall’articolo 13 della Convenzione Europea dei Diritti Umani, se ritengono che il loro diritto a libere elezioni sia stato violato.

Le Implicazioni per il Governo Italiano

Il ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani rappresenta un potenziale grattacapo per il governo di Giorgia Meloni. In caso di condanna, l’Italia potrebbe essere costretta a riscrivere la legge elettorale, mettendo a rischio la riforma costituzionale per l’elezione diretta del premier prevista per la prossima legislatura. Mario Staderini, che ha già ottenuto una condanna dell’Italia all’ONU nel 2019 per la negazione del diritto a promuovere referendum, ha lanciato una battaglia contro il Rosatellum nel 2018 e avverte che una condanna potrebbe avere ricadute significative sull’attualità politica, compreso il premierato.

Se la Cedu confermasse che nel 2022 è stato violato il principio di stabilità dei sistemi elettorali, inserito in una raccomandazione del Consiglio d’Europa che l’Italia ha adottato, il governo dovrà mettere mano alla legge elettorale in tempi brevi. Qualsiasi modifica approvata nei 12 mesi precedenti le elezioni del 2027 sarebbe inapplicabile, rendendo inefficace la legge elettorale per la prossima legislatura. Lo stesso vale per il premierato, il cui iter potrebbe portare a una probabilità di attuazione solo nel 2026.

Bullet Executive Summary

Il ricorso presentato da Mario Staderini e altri cittadini italiani alla Corte Europea dei Diritti Umani contro le modifiche al sistema elettorale italiano rappresenta una questione di grande rilevanza nel panorama legale moderno. La Corte ha dichiarato ammissibile il ricorso, sollevando tre domande chiave al governo italiano riguardanti la stabilità della legge elettorale, la libertà di voto e la possibilità di ricorso effettivo. In caso di condanna, l’Italia potrebbe essere costretta a riscrivere la legge elettorale, con potenziali ricadute significative sull’attualità politica e sulla riforma costituzionale per l’elezione diretta del premier.

La nozione base di legale correlata a questo tema è il diritto a libere elezioni, garantito dall’articolo 3 del Protocollo 1 della Convenzione Europea dei Diritti Umani. Questo diritto fondamentale assicura che ogni cittadino abbia la possibilità di partecipare a elezioni libere e regolari, esprimendo la propria volontà senza restrizioni indebite.

Una nozione di legale avanzata applicabile a questo tema è il principio di stabilità dei sistemi elettorali, che implica che le leggi elettorali non dovrebbero essere modificate poco prima delle elezioni, per evitare di minare la fiducia degli elettori nel processo elettorale. Questo principio è stato inserito in una raccomandazione del Consiglio d’Europa che l’Italia ha adottato, e la sua violazione potrebbe portare a conseguenze legali significative.

In conclusione, questo caso solleva importanti questioni riguardanti la stabilità e la trasparenza del sistema elettorale italiano, e potrebbe avere implicazioni di vasta portata per il futuro della democrazia nel paese. Invitiamo i lettori a riflettere su come le leggi elettorali influenzino la loro capacità di partecipare pienamente e liberamente al processo democratico.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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